LICEO CAIROLI
Varese, il Classico riconosce gli studenti transgender
Modificato il regolamento dell’istituto: via alla «carriera alias»

Il liceo classico Cairoli attiva la «carriera alias». Si tratta della possibilità - offerta a studenti maggiorenni, o minorenni con la firma dei genitori, in possesso di documentazione che attesta il percorso psicologico o medico della transizione di genere - di farsi chiamare all’interno della scuola con un nome elettivo, di genere diverso da quello anagrafico. Ad esempio: Pietro può diventare Anna, nome che viene stampato sul registro e sul libretto. Sui documenti ufficiali, come ad esempio il diploma dell’esame di Stato, continuerà invece a comparire Pietro, a meno che durante gli studi non arrivi una sentenza del tribunale che dichiari conclusa la transizione di genere (momento in cui il nome elettivo prende il posto di quello anagrafico). Il regolamento della carriera alias è stato approvato ieri sera, lunedì 6 dicembre, al liceo Cairoli, durante un consiglio di istituto straordinario.
È il frutto di un percorso durato mesi, partito dai ragazzi, che ha dovuto superare alcune ritrosie e perplessità, e che porta il liceo Cairoli ad essere la prima scuola secondaria della provincia, e la seconda in Lombardia, a riconoscere che il sesso biologico e il genere possono non coincidere.
«Non importa sapere quanti studenti decideranno di avvalersi della carriera alias, l’importante è che la possibilità esista nel regolamento dell’istituto - spiega Francesco Calvi, rappresentante degli studenti insieme a Emma Costantini, Paolo Lacchin e Marta Travaglini -. Esistono ragazzi e ragazze che fanno fatica a manifestare la propria identità di genere. La carriera alias è un messaggio di accettazione».
Qualche anno fa al Cairoli c’era stato un ragazzo trans che, in accordo con la famiglia, aveva chiesto alla scuola di poter essere chiamato con un nome femminile. Permesso che era stato accordato dal dirigente Salvatore Consolo, che commenta: «Se la transizione di genere è accertata e porta sofferenze, la scuola deve aiutare, come del resto ha fatto nel passato. Per me non c’era bisogno di un regolamento specifico nel liceo, ma i ragazzi sono molto più aperti di noi adulti su questi temi. Inoltre, la carriera alias esiste già all’università, da qui la scelta di stare al passo».
Prima di discutere la proposta in consiglio d’istituto, i rappresentanti hanno sondato quale fosse la percentuale degli studenti favorevole all’inserimento della carriera alias nel regolamento d’istituto. La risposta è stata netta e perentoria: hanno risposto al sondaggio 457 persone su 756 studenti iscritti e 421 di essi si sono espressi favorevolmente, a fronte del 7,9% dei votanti contrari.
«A precedere l’orgoglio per il raggiungimento di questo traguardo, per quanto esso sia solo una prima e ancora non sufficiente tutela, vi è la speranza di poter essere, per le scuole del territorio provinciale e regionale, un esempio da seguire e da replicare - commentano i rappresentanti di istituto - ci auguriamo che non si faccia dei diritti e della dignità di una minoranza, una lotta ideologica e che si superino le divergenze politiche nel nome di un riconoscimento umano, prima che politico».
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