SENSO CIVICO
Varese: il Tricolore a brandelli delle Poste. «Vergogna»
Bandiera italiana malconcia in viale Milano. Lo sdegno del professor Alessandro Tamborini che sollecita le istituzioni a rispettare i simboli nazionali. E c’è anche il caso della Torre civica

La bandiera sventola a brandelli. E’ consumata, sfilacciata, dimenticata. Eppure è lassù, in coma al pennone davanti al palazzo centrale delle Poste, in viale Milano, zona stazioni di Varese.
Non è una bella immagine quella del Tricolore malconcio. E lo fa notare Alessandro Tamborini, plenipotenziario per le politiche di tutela e promozione del patrimonio storico-artistico, cattedratico di Scienze Religiose, Storia e Simbolismo dell’Arte antica e Medievale, con una lettera alla Prealpina.
«CHI RISPETTA LA BANDIERA»
Ecco la lettera del professor Tamborini.
«Chi rispetta la bandiera da piccolo, la saprà difendere da grande». È una frase da libro Cuore di Edmondo De Amicis che afferma che se la bandiera non la rispettano i grandi, tantomeno sapranno rispettarla i piccoli. Se poi il tricolore viene maltrattato nei luoghi istituzionali delle maggiori città, dove spesso penzola sfibrato e stracciato senza avere neanche più la forza di sventolare, viene fuori il quadro di un Paese che ha perso l’amor proprio e il senso orgoglioso di un’appartenenza. Perché questo dovrebbe essere una bandiera: il simbolo dell’orgoglio nazionale, in cui si riassume il vivere collettivo e non solo quando gioca la Nazionale ma anche nella vita ordinaria». «La bandiera - prosegue il professor Tamborini - è un potente simbolo che rappresenta l’identità, la cultura e i valori di un popolo o di un’organizzazione. Se la bandiera è dunque uno specchio della Nazione, non potrà che riflettere lo sfilacciamento in atto, la sfiducia e la smagliatura del tessuto sociale: non c'è bandiera che tenga in un Paese impoverito, ridotto a uno straccio, appunto».
«Ed è anche vero - aggiunge - che non c'è nessuno straccio di Paese (povero, distrutto, affamato) che abbia perso a tal punto il senso della collettività da non credere più nel proprio simbolo. Per questo non c’è immagine più tristemente significativa del tricolore che si affloscia pallido ed esausto dalla facciata di un palazzo pubblico: scuola, tribunale, teatro, caserma che sia. Da Nord a Sud, senza distinzione, la bandiera viene offesa e abbandonata al suo destino dall’incuria, dalla strafottenza, dall’indifferenza di talune autorità e dirigenti che lasciano andare a rotoli anche i monumenti e il patrimonio culturale in cui dovrebbe riconoscersi una comunità che abbia memoria e consapevolezza di sé e della propria storia».
«Si ritiene dunque opportuno rivolgere alle Amministrazioni l’invito a prestare una particolare attenzione nell’esposizione delle bandiere all’esterno degli edifici pubblici, avendo cura di assicurare il massimo decoro dovuto ad uno dei simboli dello Stato democratico e repubblicano. La materia è regolata dalla legge 5 febbraio 1998, n. 22, e dal DPR 7 aprile 2000, n. 121, che stabiliscono criteri e modalità di esposizione della bandiera della Repubblica italiana all’esterno di tutti gli edifici sedi di uffici pubblici e istituzioni» è l’appello. «Giova ricordare - precisa Tamborini - quanto disposto dall’art. 9, del citato DPR n.121/2000: “Le bandiere sono esposte in buono stato e correttamente dispiegate; né su di esse, né sull’asta che le reca, si applicano figure scritte o lettere di alcun tipo. Su ciascuna asta si espone una sola bandiera.” Si auspica pertanto che i Prefetti procedano ad un’attenta verifica sui vessilli esposti, avendo cura di controllare sia la corretta esposizione nel rispetto delle regole protocollari, sia che gli stessi non si presentino logori, scoloriti, strappati, sporchi o male avvolti intorno all’asta, con immediata sostituzione di eventuali bandiere in stato di degrado».
E quindi il caso varesino: «Il vessillo nazionale che sventola da mesi sul pennone delle Poste di Varese, edificio monumentale con la scritta storica “italiane”: i dirigenti di Poste “Italiane" si vergognino di rappresentare in questo modo l’Italia e i cittadini italiani».
IL CASO DELLA TORRE CIVICA
Nel luglio della scorsa estate un violento temporale aveva danneggiato l’asta, in vetta alla Torre Civica, dalla quale sventolava la bandiera della Croce di san Giorgio, simbolo della Lombardia. Tolto quindi il vessillo, non è stato più rimesso.
Restano le bandiere ai “piani bassi” della Torre: ma non sventolano, sono come avvolte su se stesse, e soprattutto non si vedono in lontananza.
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