COVID
La crescita settimanale s’arresta
Nel Varesotto un piccolo segnale confortante, però Busto (92) e Cassano (20) restano città critiche
Non sono certamente ancora numeri “buoni” quelli del contagio in provincia di Varese. Anche ieri 620 casi (contro però i 1.222 di sabato), in un contesto regionale che ne ha registrati 6.318 (erano stati 11.489), a fronte di un deciso calo dei tamponi calati a quota 38.188 (rispetto ai 46.099 precedenti).
Eppure ci sono alcuni aspetti statistici che fanno accendere una fiammella di speranza sugli effetti del contenimento dell’epidemia dopo la progressiva introduzione delle restrizioni. Intanto c’è un dato lombardo da considerare, ed è quello dell’incidenza percentuale dei positivi rispetto ai test effettuati, scesa in ventiquattro ore dal 24,92% al 16,54%.
A livello territoriale, invece, conta la cifra complessiva degli infetti in una settimana, quindi in un arco temporale che dovrebbe limare il margine di errore frutto dei ritardi nelle analisi (che si accentua nei weekend) e nelle comunicazioni: ebbene, in sette giorni ci sono stati 210 positivi in meno, quindi si può affermare che perlomeno la linea di crescita finora esponenziale del virus si è fermata, nell’attesa che il lockdown più deciso in vigore da venerdì faccia sentire i suoi effetti.
Dal punto di vista delle singole città, invece, quelle messe peggio - anche in proporzione al numero di residenti - restano Busto Arsizio (con 92 positivi in un giorno) e Cassano Magnago (20), ma neppure Gallarate (38) è andata bene. Inoltre pesa anche il numero di decessi: sono stati 12 in un giorno nel solo Varesotto, mentre in regione sono stati 117 con altri 40 ricoverati in terapia intensiva e 412 nei reparti.
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