TRIBUNALE
Varese, la Quiete ha un nuovo proprietario
Venduta alla Tbm di Besnate per 6 milioni

Aggiudicata. Dopo anni e anni di tentativi di vendita andati a vuoto, la clinica La Quiete, chiusa dalla primavera del 2017, ha un nuovo padrone. L’ultima asta si è svolta mercoledì 27 ottobre e a fare l’offerta minima prevista dal curatore del fallimento Ansafin, la commercialista Luisa Marzoli, e cioè 6 milioni e 200mila euro, è stata - dicono indiscrezioni - la società Tbm di Besnate, che «rappresenta un punto di riferimento nel panorama tessile cotoniero italiano», si legge nel suo sito Internet. In origine una tessitura, fondata nel 1946, che «oggi conta quattro stabilimenti produttivi e sei linee commerciali, ciascuna specializzata in una determinata fascia di prodotto e di mercato, che danno lavoro a circa 200 addetti».
L’azienda non ha quindi nulla a che fare con la sanità - che per destinazione d’uso deve restare la “mission” della bella villa con parco di via Dante - ma va detto che il nome Tbm era già saltato fuori nell’aprile 2017, con la clinica sotto sfratto esecutivo e con i lavoratori in trincea. Allora si era detto infatti che c’era una proposta di acquisto da parte di tre realtà del territorio, e cioè proprio la Tbm, destinata ad acquisire l’immobile, la Fondazione Borghi di Brebbia, destinata a gestire la parte sanitaria, e la Finisterre di Gerenzano per la parte sociosanitaria. Ma poi non era successo nulla, e La Quiete aveva chiuso tristemente i battenti.
Ora, quattro anni e mezzo dopo, la svolta. Tbm ha già versato il 10 per cento della somma con la quale acquisirà il complesso immobiliare e dovrà versare poco meno di sei milioni di euro entro 120 giorni. C’è naturalmente il problema delle autorizzazioni necessarie per svolgere attività sanitaria, che dopo quattro anni sono scadute. E c’è un altro problema di cui si è parlato più volte in passato, che a lungo potrebbe aver rappresentato un ostacolo all’acquisto della clinica e che è sempre lì. Ovvero una “trascrizione pregiudizievole” della società Dudi di proprietà di Sandro Polita, già azionista di maggioranza di Ansafin, che non può essere cancellata.
In parole povere Dudi ha fatto causa al fallimento e questa causa è in corso e lontana dalla conclusione, perché Sandro Polita ha sempre sostenuto che il fallimento delle sue società avvenne in modo irregolare. Sulla eventuale responsabilità in questo dell’allora pm di Varese Agostino Abate, che chiese e ottenne il fallimento di Ansafin, è in corso un processo a Brescia. E quindi, sempre semplificando un po’, sul recentissimo acquisto della Quiete pende, e potrebbe pendere ancora per un bel po’, una sorta di spada di Damocle giudiziaria, con il possibile ritorno in scena di Polita. Se questo rappresenterà un problema per il nuovo padrone della Quiete lo diranno i prossimi sviluppi della vicenda in sede penale e civile.
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