IL RAGGIRO
La truffa del divano fantasma
Il venditore sparisce, varesino abbindolato sul web: denunciato un 43enne

Aveva trovato l’annuncio su un sito di vendite online: l’articolo che cercava, a un prezzo ritenuto vantaggioso. L’uomo, residente a Varese, aveva quindi contattato il venditore e, dopo uno scambio di mail, aveva provveduto a pagare la cifra concordata.
Peccato che poi non abbia ricevuto alcunché e l’inserzionista si sia volatilizzato. Unica nota positiva: il “regista” del raggiro è stato rintracciato e denunciato dai carabinieri. Si tratta di un 43enne, pregiudicato nato a Catania ma residente a Milano.
In base a quanto ricostruito dai militari di Varese, l’uomo aveva messo online l’annuncio di vendita di un divano e, pochi giorni dopo, a metà febbraio, ecco il primo contatto con un imprenditore varesino di 58 anni: la risposta all’annuncio e poi la decisione di confermare l’acquisto, per la cifra concordata di 500 euro.
L’acquirente ha versato la somma pattuita ma, una volta andato a buon fine il pagamento, sulla compravendita è calato il silenzio. Il malcapitato ha tentato più volte di contattare il venditore, che però non si è più fatto trovare in alcun modo. E alla fine al 58enne non è rimasto altro da fare che rivolgersi ai carabinieri della Stazione di via Saffi.
I militari hanno fatto partire le indagini e, passo dopo passo, grazie agli elementi in possesso dello sfortunato cliente, sono riusciti a dare un nome al presunto responsabile del raggiro telematico. Si tratta di un 43enne siciliano, però da tempo trasferitosi nel capoluogo meneghino: stando a quanto appurato dagli inquirenti, già in passato l’uomo sarebbe stato coinvolto in vicende analoghe. Ora al suo “curriculum” si è aggiunta pure la denuncia a piede libero per il reato di truffa, inviata dai carabinieri alla Procura della Repubblica di Varese al termine degli accertamenti.
L’episodio si aggiunge alla lunga lista di raggiri online che si registrano con grande frequenza, purtroppo. Nella maggior parte dei casi si tratta di vendite fasulle di articoli elettronici, ma non solo.
Negli ultimi mesi gli investigatori dell’Arma hanno dovuto indagare anche affitti di case vacanze, sia al mare sia in montagna, che poi si sono rivelate “fantasma”: i malcapitati clienti, dopo aver pagato l’acconto, si sono presentati all’indirizzo indicato scoprendo che lì non c’era alcuna abitazione in affitto.
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