LA STRANA ESTATE
L’aperitivo? Ora si fa in hotel
Nuova moda che dà una boccata d’ossigeno agli alberghi con ristorante

Chi ama sfogliare i giornali di gossip, è abituato a imbattersi nelle dive, vere o presunte, e nei politici che entrano ed escono dagli hotel più prestigiosi. Non solo e non sempre per soggiornarvi, piuttosto per andare a cena e prendere un aperitivo in un luogo più o meno esclusivo e tranquillo.
Una abitudine molto milanese e molto romana, che da noi non ha mai attecchito, finora. Ma che rappresenta la chiave di volta per la sopravvivenza in un momento di magra e di crisi come quello del turismo in epoca post-Covid. Vero è che alcuni alberghi non hanno riaperto, anche in città, e che quelli che l’hanno fatto magari non navigano nell’oro, però ci sono anche le eccezioni e a volte sono legate allo spirito di intraprendenza degli imprenditori, soprattutto se hanno dalla loro, in eredità precoronavirus, il potere di contare su un ristorante prestigioso.
Un’ancora di salvezza per gli hotel non solo tarati sul turismo dei congressi (incontri che non ci sono e non ci saranno, motivo in più per cui l’autunno fa parecchio paura) ma anche sugli alberghi, spesso a conduzione familiare, che hanno una grande tradizione di accoglienza e che ora puntano tutto sull’happy hour o sulla serata sotto le stelle, ben distanziati, mentre il ristorante rimane spazio imprescindibile per tirare avanti in un momento di pochissimi arrivi di turisti, rispetto agli anni scorsi.
La movida scopre, così, anche gli hotel ed è rivolta a chi stacca dal lavoro o dallo studio, e decide di trascorrere la serata in una location particolare.
Una tendenza, quella di prendere per la gola non solo i villeggianti ma anche i varesini, confermata dal direttore di Federalberghi, Daniele Margherita, che sottolinea come le cose siano meno complicate per le strutture ricettive che hanno un ristorante annesso. In un clima di preoccupazione generale, ci sono anche le eccezioni: auto con targhe straniere e turisti da vari Paesi europei approdano per esempio al Palace, sul colle Campigli. E all’aperto, a sorseggiare un drink, è presente sempre più spesso chi a Varese e dintorni ci abita. Certo permane la preoccupazione per quel che sarà da ottobre, se ci sarà il colpo di coda del coronavirus e senza il turismo congressuale.
Ma il piano di ampliamento del Palace è solo momentaneamente nel cassetto. E prevede nuovi ascensori e rifacimento di alcune camere nello storico edificio meraviglioso e tutelato, un centro benessere con piscina e un centro congressi. Interventi per i quali la società del Palace, che fa capo a Mauro Morello, ha “regalato” alla città l’incrocio protetto di via Sanvito e, in via Crispi, il nuovo marciapiede fino a Masnago.
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