L’ADUNATA
Centinaia di leghisti da Varese a Pontida
Cassani: «Festa di una comunità». Il veterano e il debuttante

L’esodo leghista varesino verso Pontida, domenica 17 settembre, avverrà in auto e pullman (con l’eccezione di un temerario, Giuliano Burtini, il ciclista del Carroccio, che pedalerà fino a destinazione partendo da Viggiù). L’organizzazione della trasferta in bus è affidata alla segreteria provinciale guidata dal sindaco di Gallarate, Andrea Cassani.
I numeri, alla vigilia: tre pullman, con 150 viaggiatori complessivi. Uno partirà intorno alle 7.30 da Arcisate, raccogliendo quindi i leghisti di Varese, Buguggiate e zone limitrofe; un altro da Gemonio, che farà poi fermata a Sesto Calende e nel Saronnese; il terzo da Tradate, con passaggio a Gallarate e Busto. C’è poi, come detto, il bacino di chi si sposterà con l’auto privata.
«Dalla provincia di Varese saranno circa 500 i partecipati a Pontida» è la previsione prudente di Cassani. L’affluenza è comunque condizionata dalle condizioni meteo: domani s’annuncia un cielo nuvoloso. Ma non dovrebbe piovere.
E di acqua, sul “sacro suolo”, la Lega ne sa qualcosa: in una delle edizione della prima era bossiana, venne giù il diluvio e furono allestiti in fretta e furia dei tendoni. Il senatùr parlò per tre ore filate.
«IMMIGRAZIONE? CON SALVINI... »
All’adunata di domani sarà presente Marine Le Pen... Che significato dare a questo invito? «L’evoluzione in atto a livello europeo, strizzando l’occhio alle elezioni del prossimo anno» spiega il segretario Cassani, andando dritto al bersaglio. «L’immigrazione - aggiunge - è un grosso problema che sta creando l’imbarazzo di tanti. Quando il ministro dell’Interno era Salvini, le cose andavano diversamente. Qualche spiegazione andrebbe data... ». La sottile vena polemica non manca mai. Cassani non fa mai sconti. E a livello economico come siamo messi? «Sento la voce di Giorgetti e non mi pare che ci siano grandi spazi di manovra. Bisogna essere realisti»,
Sul senso profondo di Pontida, anche il segretario provinciale del Carroccio vede una mutazione. «Le informazioni politiche sono online in tempo reale» fa notare Cassani, alludendo al fatto che Pontida non è più la sede - come in origine - per tracciare la rotta, informare la base. Già avviene anche sui Social dove peraltro il leader Matteo Salvini è molto attivo. «Il programma elettorale lo conosciamo - conferma Cassani -. Sarà utile sentire come s’intende portarlo avanti, con quali tempistiche».
«FESTA DI UNA COMUNITÀ»
Anche il sindaco di Gallarate ha già un nutrito carnet di presenze a Pontida. Il debutto risale infatti al 2005, allora militava nei Giovani Padani. «È la festa di una comunità - precisa -. Sono rimasto impressionato lo scorso anno dalla straordinaria affluenza, pur in un momento non felice dal punto di vista del consenso elettorale». Qualche polemica, stavolta, è stata già agitata: un sindaco del Sud, per esempio, che sostiene di non essere stato ammesso... Cassani bypassa: «Chi vuole venire per ascoltare è sempre ben accetto. Proteste organizzate a Pontida? Non ci sono mai state. Non penso che qualcuno, non leghista, voglia venire per creare casino. Anche perché noi leghisti della provincia di Varese siamo docili, ma ci sono anche i leghisti bergamaschi... ».
IL VETERANO
Sergio Ghiringhelli è tra i leghisti in provincia di Varese con la più lunga anzianità di tessera e militanza. Per la precisione è quarto in questa graduatoria cronologica di fedeltà. Correva l’anno 1987 quando salì sul Carroccio. Il ”sacro suolo” l’ha calcato un numero tale di volte che nemmeno lui ricorda quante.
E domani sarà la prossima. «A Pontida andrò in autobus» annuncia. Ma attenzione: Ghiringhelli, il “Ghiringa” come lo chiamano nel movimento, non è un leghista col paraocchi. «Pontida è un appuntamento al quale chi sta nella Lega non può mancare. Ma tutto è cambiato rispetto a 30 e più anni fa. E noi abbiamo dovuto adeguarci. Non sempre il cambiamento mi ha soddisfatto, ma capisco che non si può rimanere fermi alle parole della prima ora».
Ghiringhelli, che è stato assessore e presidente del Consiglio comunale a Varese, ora consigliere a Villa Recalcati, un "faro" per la sezione, vede in quel "pratone", il "sacro suolo", «una faccenda di cuore». «Non sono mai mancato». Tranne le edizioni che non si sono tenute, come nel biennio del Covid.
«Ho vissuto un forte travaglio - spiega alludendo al passaggio formale e sostanziale da partito del Nord a partito nazionale - e capisco chi si è allontanato, chi ha fatto scelte diverse. Ma una cosa è certa: solo con la Lega, pur con tutti i suoi limiti e gli errori che ha eventualmente commesso, si può pensare di arrivare ai risultati che fanno parte del nostro Dna. Di sicuro fuori non c'è alcuna possibilità di ottenerli». Un messaggio, forse, agli ex leghisti migrati in Fratelli d'Italia. Ghiringhelli rafforza quindi il concetto e lo carica di significati identitari: «Nessun partito è in grado di radunare un popolo. La Lega a Pontida sì».
Ma il cuore deve fare i conti la ragione. «Bisogna avere la capacità di rimanere ancorati ai propri valori aprendosi però al mondo. Non è facile ma occorre giocare con le nuove regole». Ma come è cambiata negli anni la militanza che approda a Pontida? «Lo spirito di un tempo era più combattivo. La nuova generazione del partito è più preparata ma forse meno furoreggiante di noi. A volte, scherzando, dico che vedo intorno dei piccoli Andreotti.... ».
IL DEBUTTANTE
Luca Tamburini è di Lavena Ponte Tresa. Ha 25 anni. Fa parte della Lega Giovani. Per lui l’appuntamento di domani a Pontida è un esordio. Un primo appuntamento. «Andrò in auto con altri».
«Sarà una giornata carica di grandi emozioni, Pontida è un simbolo, come l’Arco di Trionfo a Parigi. È il la ragione di essere della Lega: in quel giuramento c’è il nostro spirito». Parla come un veterano del Carroccio. E richiama la storia che avvolge Pontida, la Lega Lombarda, l’alleanza dei Comuni, offrendo un parallelo con Roma, la “controparte” di un tempo e dal cui giogo «sottrarsi». L’Europa invece, oggi osservata come ostile, poteva essere - nella primordiale visione di Bossi - uno sbocco per la politica autonomista del Nord. Non lo è stato. Così - in sintesi - traccia Tamburini. Lo sentisse il senatùr - lo leggerà - si commuoverebbe.
Il giovane leghista parla quindi dell’esigenza di conciliare «passato e futuro». Va bene la storia di Pontida ma c’è una vita politica, contingente, da vivere. «Combattere metro su metro per arrivare all’autonomia differenziata». Ma c’è chi critica la spaccatura di fondo, il voler dividere... «Guardi, le differenze sono una ricchezza, sono anzi nel Dna di questo Paese. Gli italiani si sentono innanzitutto siciliani, piemontesi, lombardi e questo è un valore aggiunto per tutti». «Occorre mettere ogni Regione nella condizione di poter rispondere nel migliore dei modi ai propri bisogni, assumendosi le responsabilità di questa maggiore autonomia».
L’INCHINO SUL “SACRO SUOLO”
Torniamo al “sacro suolo” o “sacro Pratone”. «C’è un rituale - spiega il giovane di Lavena Ponte Tresa - che sono orgoglioso di poter sperimentare: rendere omaggio a quel luogo, toccando terra e inchinandosi». Tradizioni. Che dette da un novizio di Pontida fanno capire quanto nell’immaginario leghista conta il raduno dei raduni.
Modelli di riferimento nel partito? A chi s‘ispira una nuova leva come Tamburini? «Questa è una domanda alla quale non rispondo. In generale dico che mi sento molto vicino a chi lotta per il proprio territorio». «E domenica sarò in ottima compagnia... ».
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