IL DIPLOMA
Storie di maturità al Liceo Ferraris
I bravissimi della scuola varesina: grande impegno e determinazione

Mentre le cronache nazionali riportano casi di studenti che scelgono il silenzio come forma di protesta all’esame di Maturità, il liceo scientifico Galileo Ferraris di Varese celebra un risultato straordinario: 21 studenti hanno conseguito il diploma con il massimo dei voti. Questi giovani talenti hanno saputo trasformare l’esame in un’opportunità per tessere collegamenti interdisciplinari, dimostrando creatività e fantasia.
Il risultato del quadriennio
Un merito speciale va a Cecilia Oberti e Krister Romboni della classe 4M, che hanno affrontato la Maturità dopo aver completato il percorso di studi in soli quattro anni anziché nei canonici cinque. Opportunità resa possibile dal percorso quadriennale sperimentale offerto dal liceo Ferraris, introdotto nell’anno scolastico 2018-2019, che promuove uno sviluppo didattico innovativo basato sulle competenze.
Otto bravissimi in due sezioni
Il Ferraris ha visto brillare in particolare le classi 5A e 5B, che contano ben quattro studenti diplomati con il massimo dei voti ciascuna. I nomi: Davide Barluzzi, Amalia Gabriele, Pietro Solinas e Matilde Tonolini per la 5A, e Ludovica Avigni, Matteo D’Anna, Aurora De Caro e Simone Decortes per la 5B. A loro si aggiungono, tra gli altri che hanno conquistato il 100: Gabriele Patea della 5C; Alessandro Ermoli e Michele Malnati della 5D; Martina Fagnani della 5F; Tiziano Di Bari e Francesco Zanzi della 5G; Raoul Cojocaru e Humberto Jimenez Lopez della 5H; Filip Bencina e Perondi Matilde della 5L; e Giulia Bosio della classe 5N. Un plauso speciale merita Santiago Dino Bressan della 5H, l’unico studente ad aver raggiunto il prestigioso risultato di 100 e lode. La sua storia è particolarmente ispiratrice: ha sostenuto il quarto anno di studi in Giappone per poi riprendere con grinta e determinazione il percorso a Varese, coronando gli sforzi con questo eccellente risultato.
«Particolare determinazione»
Marco Zago, dirigente scolastico del Liceo Ferraris, commenta questi successi con orgoglio, sfatando il mito della scuola come mero luogo di stress: «La scuola è soprattutto un luogo dove coltivare le proprie passioni. Gli studenti che sono usciti con 60 non valgono meno, ma i diplomati con il massimo hanno dimostrato di affrontare lo studio con particolare determinazione. L’esame è frutto di un percorso che si costruisce sin dalla terza superiore: 40 punti su 60 derivano dal triennio, poi ad ogni prova si possono ottenere fino a 20 punti». Riguardo agli studenti che scelgono la scena muta agli esami, cosa che al Ferraris non si è verificata, il preside esprime una posizione chiara: «Non entro nel merito delle motivazioni, che sono individuali, ma non le condivido. Se si tratta di una protesta, quella dell’esame non è la sede adatta. Il colloquio è un momento di confronto che, per rispetto delle istituzioni, andrebbe affrontato con serietà, sia da parte degli studenti che dei professori. È un esame che rilascia un titolo di Stato e che merita il massimo rispetto».
All’estero o in Italia
Tra i neodiplomati con il massimo dei voti al Ferraris, le ambizioni sono diverse: c’è chi proseguirà gli studi universitari all’estero e chi rimarrà in Italia. Un’altra storia di grande valore è quella di uno studente tunisino che si è diplomato con 62, superando non solo le difficoltà degli studi ma anche quelle legate all’apprendimento di una nuova lingua. Il suo prossimo passo? Iscriversi alla facoltà di Medicina, per inseguire il sogno di diventare medico. Avanti così.
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