LA CERIMONIA
Varese, matrimonio con saluto romano
Militante dei Do.Ra. si sposa a Palazzo Estense. Indignazione sui social

Matrimonio nazionalsocialista a Palazzo Estense, con tanto di cori e saluto romano del novello sposo dal balcone che dà sul cortile d’onore dei Giardini.
Si sono celebrate sabato 3 febbraio a Varese le nozze di un militante della Comunità Dodici Raggi di Azzate, l’associazione culturale che si ispira apertamente ai principi del nazionalsocialismo, e non sono passate inosservate.
La cerimonia si è tenuta nella sala matrimoni del Comune di Varese, officiata con rito civile dal leader dei Do.Ra, Alessandro Limido, delegato dal sindaco Davide Galimberti. Un momento di festa come molti che si tengono a Palazzo Estense e sarebbe anche passato inosservato, se chi si trovava ai Giardini in quel momento non lo avesse immortalato e condiviso sui social con indignazione. Lo sposo infatti indossava “l’alta uniforme“, il bomber con la patch ufficiale degli appartenenti alla comunità Do.Ra, così come gli invitati, tutti rigorosamente vestiti di nero. Dalle immagini scattate al termine della cerimonia, si vedono gli sposi sul balcone di Palazzo Estense, che salutano col braccio steso in avanti. Saluto fascista replicato anche nel cortile d’onore dai militanti riuniti per le foto di rito. Non sono mancati nemmeno, tra un “viva gli sposi” e l’altro, i cori inneggianti alla Comunità Dodici Raggi. Situazione che ha colpito i passanti che sui social hanno condiviso il momento con commenti come «Che schifo che fa questa città».
Il gesto è stato così commentato da Alice Bernardoni, segretaria provincia di Varese, e Manuela Lozza, segretaria Varese città.
«Siamo indignate ed indignati da quanto abbiamo visto accadere sul balcone principale del Comune di Varese, il balcone, che di solito ospita gesti d'amore, è stato usato per fare il saluto romano alla folla, memoria di una delle pagine più nere della nostra storia. - proseguono - Il comune di Varese, da sempre caratterizzato da una fortissima attività antifascista, messo alla prova per incrinare questa vocazione, per marchiare il territorio? Non sarà possibile!»
«La Cassazione ha detto che non è reato, ma noi democratiche e democratici restiamo convinti e convinte che richiami di stampo nostalgico verso il ventennio manchi di rispetto a tutti noi, a partire da coloro che l'hanno vissuto e preferiamo di gran lunga vedere baci e lanci di bouquet da quel balcone. - concludono Bernardoni e Lozza - Perché l'Italia antifascista. Perché Varese è antifascista.
© Riproduzione Riservata