LARGO FLAIANO
Maxi-rotonda, il prezzo sale
Il piano economico della scorsa estate parlava di 2.200.000 euro: ora il conto è arrivato a 3.860.000. Il motivo? Aggiunte opere che riguardano la sottostante ferrovia

Si allarga il progetto della maxi-rotonda in largo Flaiano, porta principale d’ingresso a Varese.
E con l’aggiunta di lavori, salgono i costi. Quasi raddoppiano. Il piano approvato all’inizio della scorsa estate parlava di 2 due milioni e 200mila euro. Ora, con l’ultimo progetto di fattibilità tecnica ed economica, varato dalla giunta alla vigilia di San Silvestro, la spesa arriva a 3 milioni e 860mila euro. Morale: quasi un milione e 700mila in più. Che cosa è successo? Progetto rifatto? Non sarà più l’impalcato sopra le ferrovie con rondò a forma ellittica? No, tutto confermato per ciò che riguarda la parte superiore. È sotto che si aggiungono opere. Si tratta di lavori che riguardano appunto la linea di Rfi, in particolare i cavi della linea elettrica e le strutture portanti. Sono ovviamente interventi che si rendono necessari per effetto della sovrastante rivoluzione viabilistica.
Incontri con Rfi
Dopo l’approvazione, sei mesi fa, del piano di fattibilità, ci sono stati ancora vari incontri tra il Comune, Anas e la società delle ferrovie (Rfi), con quest’ultima che ha fatto presente l’esigenza di mettere in sicurezza la parte di sua competenza e di ricalibrare la quota del secondo “ponte” da costruirvi sopra. Ecco che il piano è diventato più assortito. E più oneroso. A inizio dicembre è stata concordata appunto la variazione al progetto di fattibilità, cominciando a ricalibrare i costi. La conferenza dei servizi, organismo in cui siedono tutti gli enti coinvolti nell’opera, ha quindi dato il via libera. L’atto poi finale che ha sancito l’integrazione delle opere è stata appunto la delibera della giunta comunale.
Ponte bis e linee elettriche dei treni
L’ingresso in città dalla bretella è governato da semafori. Questo è un nodo di cui si discute da anni, anzi da quasi tre decenni, perché rallenta il traffico creando code. Ebbene, la soluzione ora è quella di una maxi-rotonda, dalla forma allungata. Il problema è che l’ampiezza non coincide con l’attuale ponte di largo Flaiano (troppo ristretto) che sovrasta i binari. Il progetto ha così previsto la realizzazione di un impalcato da ponte, in altre parole un ponte bis, che va a raddoppiare l’esistente. Le misure della rotatoria ellittica sono imponenti: quasi 2.500 metri quadrati interni e due corsie che vi girano attorno di 3 metri ciascuna di larghezza. L’impalcato o altrimenti detto “ponte bis” avrà una lunghezza di circa 30 metri, estendendosi dal lato di viale Borri. Ora, le opere aggiuntive, necessarie al consolidamento della struttura ferroviaria, a partire dai cavi elettrici, si collocherebbero in questo tratto.
La rivoluzione viabilistica
Addio ai semafori, ma non tutti. La rotonda ha una forma ellittica ovviamente non per scelta estetica ma per esigenze funzionali: permette di tenere un adeguato distanziamento tra le varie direttrici di traffico (nove) che confluiscono o s’affacciano in largo Flaiano. Eccole: la bretella del raccordo autostradale; via Sant’Imerio (unico punto in cui verrà conservato il semaforo); via Magenta; via Bixio, via Gradisca; via Lazio; viale Borri; viale Tamagno; via Goldoni. È chiaro che l’attenzione è concentrata soprattutto sulla bretella: il punto di ingresso nel “nuovo” largo Flaiano sarà arretrato rispetto all’attuale posizione dei semafori. Le corsie di accesso dalla bretella passeranno da due a una. Una ma molto ampia. La logica di scorrimento del traffico sarà quella classica dei rondò: precedenza a chi è già nell’anello. Così cambierà l’ingresso a Varese.
Soldi anche dalla Regione
Come detto, il progetto complessivo sfiora adesso, per effetto delle opere legate alle ferrovie, i 3 milioni e 900mila euro. La copertura finanziaria c’è. Totale. E viene specificata nel provvedimento che accompagna il progetto di fattibilità: due milioni dallo Stato; un milione e mezzo da Regione Lombardia: la restante parte, 360.000 euro, a carico del Comune di Varese. Dunque, sia Roma, sia Milano, contribuiscono alla grande opera. C’è da dire però che per quanto riguarda gli interventi strettamente collegati alla zona di Rfi, verrà valutata anche la prospettiva di coinvolgere le ferrovie nell’esborso. Ma per il momento, il quadro economico è quello descritto: i partner finanziatori sono Stato, Regione e Comune.
Cambia la tempistica?
Il progetto di più ampio raggio non cambia la previsione dei tempi che il Comune, attraverso l’assessore ai Lavori pubblici e all’Urbanistica, Andrea Civati, aveva fatto un paio di mesi fa: la rotonda ellittica potrebbe debuttare entro la fine del prossimo anno. Già dopo le feste, il Comune approverà il progetto esecutivo che è l’ultimo atto, nell’iter burocratico, che precede la gara d’appalto. Quest’ultima andrà poi predisposta, ci vorrà tempo. In ogni caso, il cantiere potrebbe aprirsi già in estate.
Quasi trent’anni di tiramolla
Del rondò al posto dei semafori si parlava già alla fine degli anni Novanta, quando la Regione era disposta a finanziare, almeno in parte, l’opera. Non se ne fece nulla perché si ritenne (sulla base di uno studio) che la logica della rotonda non avrebbe portato benefici complessivi ma penalizzato, ad esempio, viale Borri. Una bocciatura alla quale ne sono seguite altre, da ultimo quella (2012) in fase di elaborazione del Pgt. Ora, la svolta. Si fa. E promette di snellire il traffico.
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