L’ALLARME
«Altre antenne? Rischio elettrosmog»
Richiesta per 35 installazioni: la preoccupazione del Comitato

Trentacinque puntini colorati disseminati su tutto il territorio della città. Da Nord a Sud, da Est a Ovest: sono le aree di ricerca dove le compagnie telefoniche potrebbero installare antenne di telecomunicazione per cellulari, Internet, radio eccetera.
Quante saranno installate? Quante controllate? Rispetteranno i vincoli? Ci sarà un monitoraggio prima e durante l’eventuale installazione?
Se lo chiede il comitato “Drizza le antenne” che ha mandato un’osservazione al Comune in merito al Piano di localizzazione 2018 che ha comunicato le 35 aree di ricerca richieste da Telecom, Vodafone, Wind, Linkem e Iliad.
In tal senso il comitato “ritiene non necessario procedere a ulteriori installazioni su tutto il territorio comunale, fino a quando non vengano forniti i dati attesi e attivato da parte dell’Amministrazione comunale l’Osservatorio epidemiologico che rilevi dati sulle malattie da sensibilizzazione centrale dei residenti”.
DIBATTITO SULL’ELETTROSMOG
Da sempre il dibattito sull’elettrosmog è aperto e le informazioni sono frammentarie e poco chiare. D’altro canto, appena accade che Internet o il telefonino non abbiano sufficiente “campo” per comunicare, le compagnie telefoniche vengono immediatamente inondate di richieste di intervento.
Di certo, per quanto riguarda la realtà varesina, vi sono cinque pagine in cui il comitato “Drizza le antenne” sembra preoccupato: «L’elenco pubblicato – aggiungono - non fornisce dettagli sulla tipologia degli impianti, ma solo sugli operatori che ne hanno fatto richiesta e in molte aree indicate sono già presenti impianti radiobase, per un totale di sessanta, per cui non esistono aree dove gli utenti di telefonia mobile e di connettività web possano lamentare assenza di copertura. Quindi, si richiede di conoscere motivazioni e necessità delle nuove installazioni su tutta l’area cittadina».
«MONITORAGGIO NECESSARIO»
Inoltre si chiede «che venga predisposto un monitoraggio costante e distribuito delle emissioni nelle aree dove gli impianti sono attivi, prima di rilasciare autorizzazioni che determinino nella nostra città l’effetto microonde. In tal senso l’Amministrazione deve invitare i gestori a prendere in esame l’impiego della rete di microantenne a basso impatto ambientale al fine di coniugare esigenze ambientali, estetiche, di servizio e di qualità».
E infine: «Sollecitiamo il municipio a prendere in considerazione l’adozione di una soluzione valida e semplice, come quella di investire il Comune dell’innovativo ruolo di gestione unica degli impianti, da affittare con contratti triennali agli operatori. Tale gestione comunale, oltre a consentire il monitoraggio costante della localizzazione e il monitoraggio sanitario, consentirebbe nuovi introiti, che andrebbero ad aggiungersi a quelli dell’affitto di terreni del demanio, di cui questa Amministrazione non ha mai fornito alla cittadinanza resoconti».
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