IL PROCESSO
«Obbligata a far sesso»: marito condannato
Otto anni di carcere a un cittadino albanese
Otto anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e violenza sessuale. Questa la condanna inflitta oggi, martedì 6 dicembre, dal Tribunale di Varese nei confronti di un 54enne cittadino albanese a processo per anni di soprusi sulla moglie, sua connazionale.
Donna che ha finalmente il coraggio di denunciare e poi di costituirsi parte civile (con l’avvocato Elisabetta Brusa), ottenendo anche un risarcimento danni di ventimila euro.
Un rapporto violento iniziato tre giorni dopo il matrimonio in Albania, «perché - raccontò la vittima in aula - avevo cambiato lo smalto delle unghie». E proseguito fino al Natale 2021, quando il marito se la prese non solo con la moglie, rea di non aver fatto la spesa nel modo giusto (nei sacchetti non c’erano alcolici), ma anche con i due figli, e venne arrestato. Una donna che in Tribunale ha ricostruito il quadro della propria vita domestica. Parlando anche del coltello che il marito teneva sotto il cuscino del loro letto: un’arma la cui sola presenza le impediva di dire no alle pretese sessuali dell’uomo, che regolarmente arrivavano dopo urla, insulti e aggressioni fisiche. Accuse respinte dall’uomo davanti ai giudici. Una difesa che non ha però fatto cambiare idea al pm Giulia Floris, che ha chiesto la condanna a 8 anni e 8 mesi di carcere.
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