IL CASO
Pericolo in via Feltre nonostante lo stop
Continua il malcontento dei residenti: «Si potrebbe trasformare la strada a senso unico»

«Sono anni che chiediamo di sistemare via Feltre. Ultimamente sono venuti gli operai incaricati dal Comune a disegnare uno stop in uscita su via Brunico, ma questa fermata obbligata, senza l’aggiunta di altri provvedimenti, non serve proprio a nulla».
Deborah Laezza, che vive nella stessa via, da tempo si fa portavoce dei tanti cittadini che, nell’area di Belforte compresa tra via Brunico e via Feltre, vanno lamentando lo stato di estrema confusione del transito lungo l’arteria di collegamento tra viale Belforte e la via parallela che corre, all’interno, tra le case.
«Su entrambi i lati di via Feltre sono posteggiate sempre due file ininterrotte di auto - spiega ancora Laezza -, per cui le auto, essendo stretta la carreggiata, non riescono a passare contemporaneamente nei due sensi di marcia. Una delle due è costretta a fermarsi e introdursi in un vano di fortuna per far passare l’altra. Nel caso in cui non ci sia la possibilità di mettersi di lato, è necessario sottoporsi a lunghe e pericolose manovre».
Le ipotesi di sistemazione di via Feltre sono molteplici. «Si potrebbe trasformare la strada a senso unico - prosegue la donna -, oppure mettere dei divieti di sosta lungo uno o entrambi i lati. Infine, in alternativa, si potrebbe realizzare una zona di passaggio pedonale lungo un’estremità della carreggiata, costruendo un tratto di marciapiede e disegnando delle strisce pedonali, per consentire almeno il passaggio sicuro dei pedoni. Tante volte io stessa, come altri miei vicini, mi sono rivolta alla Polizia municipale e al Comune».
Una donna anziana che abita in via Brunico , Maria Santelli, sta trascinando una difficile situazione di salute dopo essere stata quasi investita due anni fa.
«Il 23 luglio del 2017 - racconta - stavo camminando lungo il lato destro quando un’auto s’è infilata in uno spazio libero davanti a me per far passare il veicolo proveniente da viale Belforte. Quando la macchina ha ripreso a muoversi, ha dato un’accelerata all’indietro, anziché in avanti, quindi mi ha colpito violentemente a un ginocchio. Sono rimasta in piedi solo perché ero appoggiata a un’altra auto parcheggiata dietro di me».
Da allora l’anziana, che non è riuscita a prendere la targa, ha dovuto subire un vero e proprio calvario.
«All’inizio mi hanno fatto delle infiltrazioni al ginocchio, ma il dolore non passava - prosegue Maria Santelli -, poi, nel giugno 2018, i medici hanno deciso di operarmi. Sono stata diversi mesi immobile, poi ho fatto fisioterapia e solo ora ho ricominciato a stare in piedi e a muovermi, ma con lentezza. Prima ero una camminatrice, adesso faccio fatica, anche se non mi do per vinta».
La donna ora pensa agli altri. «Devono assolutamente sistemare questa strada - conclude -, perché non succeda ad altri quello che è successo a me. Anzi, potrebbe andare pure peggio».
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