LA SVOLTA
Nuovo stadio, il Varese porta Aurora
Il gruppo immobiliare contattato dai biancorossi per ricostruire il Franco Ossola. L’opportunità della legge Stadi. Ma serve l’ok del Comune

Nuovo “Franco Ossola”, forse ci siamo. Il condizionale è sempre d’obbligo perché la storia dell’impianto calcistico della città insegna che finché non si mette giù la prima pietra non ha senso dare certezze. Certo è che siamo in “zona annunci” approfittando della Legge Stadi del 2013 la cui ultima versione è entrata in vigore l’1 gennaio di quest’anno. Non più con il Pelligra Group, del quale sul tema stadio non si hanno più notizie da un po’: a puntare il mirino sulla città giardino è infatti Antonio Ciuffarella, Ceo di Aurora Immobiliare che, con la sezione AuroraStadium (aurorastadium.it), sta già attivando i cantieri per il nuovo impianto di Caserta, un investimento totale di 51 milioni di euro, il primo costruito con la legge che consente a soggetti privati di edificare stadi di proprietà (formalmente o attraverso convenzioni di lunga durata) con l’appoggio della società calcistica della città, ovvero il Città di Varese. Sarebbe stato infatti Stefano Amirante a contattare Ciuffarella addirittura un anno fa per attuare un progetto che renderebbe di fatto la città giardino la seconda in Italia ad approfittare del provvedimento.
GLI STEP FORMALI
L’iter è strutturato e prevede un passaggio comunale che certifichi la pubblica utilità del progetto: in esso non solo devono essere presentati grafici, prospetti e planimetrie varie e certificate ma anche monitoraggio ambientale e soprattutto il business plan dell’operazione che, è bene chiarirlo, non necessiterà di alcun esborso pubblico perché la Legge prevede solo investimenti da parte di privati. Il progetto dovrà essere presentato corredato da un accordo con una o più società del territorio, in questo caso il Città di Varese che ha creato il contatto, per l’utilizzo dell’impianto dal punto di vista sportivo, mentre l’uso extra-sportivo spetterebbe ad Aurora Immobiliare. Successivamente il Comune avrà 4 mesi per l’approvazione alla quale seguirà una conferenza tecnica nella quale l’amministrazione pubblica potrà dare indicazioni non vincolanti e poi aprire un bando che potrà interessare ovviamente chiunque, senza però che possano essere apportate modifiche al progetto definitivo.
Infine, prima dell’inizio dei lavori, dovrà essere firmata una convenzione che stabilisca i rapporti tra il costruttore, il Comune e la società calcistica che utilizzerebbe lo stadio una volta ultimato.
COMUNE: OK O ALTOLA’
In soldoni, se il Comune riterrà che tale progetto sia di pubblica utilità, e francamente se le basi economico-finanziarie si dimostrassero serie non si vede perché non dovrebbe farlo visto che proprio Pelligra fu presentato in pompa magna senza poi i risultati promessi, nell’arco di un annetto potrebbero già partire i lavori e nel giro di due o tre anni in totale Varese avrebbe finalmente un impianto moderno che prenda il posto del “Franco Ossola” così come lo vediamo ora, ovvero un rudere con tanta storia alle spalle ma strutturalmente abbandonato a se stesso.
I GOL NON SI FERMANO
Uno dei punti fermi sarebbe che, in ogni caso anche durante i lavori, il Città di Varese continuerebbe a utilizzare lo stadio, considerato che, lavorando a settori, non sarebbe mai chiusa del tutto l’intera struttura. Se tutto dovesse concretizzarsi, Varese si ritroverebbe ad avere una società con uno stadio di fatto di proprietà per decenni, un centro sportivo rimodernato in convenzione che dovrebbe essere prolungata a vent’anni dai dieci attuali e un campo di proprietà effettiva come quello “ex Provincia” all’interno del centro sportivo delle Bustecche. Troppo bello per essere vero?
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