LA CONTESTAZIONE
Rifiuti, un “pasticcio” milionario
Lettera di Acsm Agam al Comune: se ci sfilate l’appalto, vi presenteremo un conto salatissimo. Lega: «Nei guai le prossime amministrazioni»

La guerra dei rifiuti potrebbe costare al Comune di Varese costo altissimo: è alto il rischio che Varese e i varesini si trovino - così sostiene la Lega - a pagare una montagna di milioni di euro «nell’ipotesi di una causa intentata dall’attuale gestore del servizio di igiene urbana».
Una questione che «potrebbe ricadere non tanto sull’attuale Amministrazione comunale, quanto sulla prossima – afferma il capogruppo Fabio Binelli - e che comporterebbe l’esborso di una somma notevole del Comune, dunque dei cittadini».
IL CASUS B(IN)ELLI
Ad aprire il caso è il capogruppo della Lega che ha reso noto una lettera, inviata da Acsm Agam (la società che ha assorbito l’Aspem, in sostanza) a tutto il consiglio comunale. Una lettera nella quale si chiede all’amministrazione di «non procedere all’affidamento del servizio di igiene urbana». E nella quale si preannuncia che al contrario, «ci vedremmo costretti ad agire in ogni competente sede al fine di ottenere il risarcimento (...) quale conseguenza diretta della vostra condotta».
«Il problema non è tanto la gara quanto il danno erariale che il Comune sarebbe costretto ad affrontare, nel caso di una causa in favore di Acsm Agam», sottolinea Binelli.
LA GARA CONTESTATA
In soldoni, la situazione è la seguente: il Comune ha avviato una gara per individuare l’azienda cui affidare la raccolta dei rifiuti. Il municipio ha deciso di mettere a gara il servizio gestito da quasi 60 anni dalla storica Aspem, che non si chiama più così poiché è stata assorbita da Acsm Agam che poi ha costituito Acsm Agam Ambiente.
Motivo: il Comune ritiene la scadenza “naturale” del mandato ferma a fine dicembre scorso.
La società che ha acquisito la raccolta rifiuti sostiene invece che la scadenza dell’accordo sia nel 2030. Da qui il ricorso al Tar della Lombardia di Acsm Agam Ambiente contro l’iter amministrativo deliberato dal Comune per procedere a un nuovo affidamento del servizio di igiene ambientale.
La nota, sottoscritta dal presidente Acsm Agam spa Paolo Busnelli è particolarmente articolata e focalizza l’attenzione su tre temi, per sostenere la necessità di un passo indietro di Palazzo Estense.
TRE PUNTI DOLENTI
E cioè: il «valore attribuito al ramo d’azienda ambiente (...) pari a circa 20 milioni di euro» che verrebbe depauperato; il «conseguente gravissimo pregiudizio che Acsm Agam e i soci della stessa subirebbero in ipotesi di cessazione anticipata del contratto di servizi (...)»; nonché il danno agli «obiettivi strategici ed industriali del Progetto Multiutility del Nord della Lombardia».
Da Palazzo Estense nessun commento, così come da Fabrizio Mirabelli, presidente di Acsm Agam Ambiente (ramo di Acsm Agam) ed ex consigliere comunale di maggioranza.
«No comment» generalizzato. E il motivo è facilmente comprensibile: l’affidamento del servizio (66 milioni di euro senza Iva, per 5 anni) è in corso e nessuno se la sente di dire mezza parola, potenziale causa di “turbativa d’asta”.
LETTERA AL CONSIGLIO COMUNALE
A volere fare conoscere la situazione a tutti i consiglieri comunali è stato invece il presidente di Acsm Agam. Nella lettera Busnelli sottolinea che «è nostra convinzione, supportata da autorevoli pareri legali, che il Comune di Varese abbia agito, nell’ambito della vicenda in esame, in palese violazione dei principi di buona fede, correttezza, trasparenza e collaborazione ai fini della costituzione della partnership propedeutica alla realizzazione del Progetto Multiutility del Nord della Lombardia».
La domanda di fondo è: da dove nasce la disparità di vedute sul termine dell’accordo per la gestione dei rifiuti?
«OBBLIGHI EUROPEI»
La risposta era stata data a novembre, quando da Palazzo Estense era stato sottolineato che c’era una sorta d’Imposizione europea che obbligava a procedere alla gara: nel 2012, infatti, la Commissione Ue aveva avviato una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia rispetto all’aggregazione societaria, avvenuta nel 2009, tra Aspem e A2A.
Dall’1 luglio 2018, poi, Aspem è stata fusa in Acsm Agam società quotata in borsa, nell’ambito dell’aggregazione delle Multiutility del Nord della Lombardia. La gara era dunque imposta dalla normativa, avevano sostenuto in Comune. Ma Acsm Agam non è d’accordo.
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