FREDDO IN RITARDO
Varese, slitta l’accensione dei caloriferi. Ma è polemica
Dal 22 ottobre si passa al 31. Basilico (Fratelli d’Italia) chiede al sindaco di non posticipare

Varese rinvia l’accensione dei caloriferi: le temperature miti e l’incubo del rialzo dei prezzi dell’energia hanno convinto l’amministrazione comunale a rinviare l’apertura dei riscaldamenti al 31 ottobre. Ma è polemica.
COSÌ IL COMUNE
«A Varese persiste una condizione meteo caratterizzata da alte temperature, insolite per la stagione. Le giornate di caldo anomalo dunque, oltre alla situazione legata alla crisi energetica e all’aumento dei costi di gas ed elettricità, hanno indotto oggi, mercoledì 19 ottobre, il sindaco Davide Galimberti a firmare l’ordinanza per la riduzione del periodo di esercizio degli impianti termici a combustione a uso riscaldamento posticipandone l’accensione al 31 ottobre. La decisione anche in ragione delle previsioni del Centro geofisico che per i prossimi giorni, nonostante qualche precipitazione, non mostrano cambiamenti significativi nelle temperature che rimarranno comunque al di sopra della media stagionale».
Un provvedimento dunque, in continuità con il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas, che prevede, al fine dell’abbattimento dei consumi, l’introduzione di limiti di temperatura, di ore giornaliere di accensione, e di durata del periodo di riscaldamento.
VALENZA AMBIENTALE
«L’ordinanza firmata dal sindaco di Varese ha però anche una forte valenza ambientale perché gli impianti termici a uso civile costituiscono una rilevante fonte di emissioni di inquinanti. In queste condizioni di caldo anomalo dunque, l’iniziativa è anche una formula di tutela ambientale e di attenzione alle qualità dell’aria di Varese».
GLI ESENTI
Il posticipo dell’accensione degli impianti di riscaldamento non è previsto per ospedali, cliniche, case di cura e ricovero per azioni e minori, nonché per le strutture protette per l'assistenza ed il recupero dei tossico-dipendenti e di altri soggetti affidati a servizi sociali. Esentate anche scuole materne, asili nido oltre a piscine, saune ed edifici adibiti ad attività industriali e artigianali, nei casi in cui ostino esigenze tecnologiche o di produzione.
«Decisione sbagliata»
Il coordinatore del Circolo varesino di Fratelli d’Italia, l’avvocato Augusto Basilico, critica il provvedimento del sindaco e auspica «un immediato ripensamento». «Non posso esimermi dal criticare l’ordinanza del sindaco Galimberti che posticipa l’accensione degli impianti di riscaldamento fino al 31 ottobre. Analoga iniziativa è stata assunta dal sindaco Sala di Milano, anche se più limitata avendo rinviato l’accensione dei termosifoni al 29 ottobre»: questa la premessa.
«Ci si dimentica però di evidenziare - osserva Basilico - che in questa stagione le temperature milanesi sono superiori di almeno 3/4 gradi rispetto a quelle varesine. E questo è un dato di fatto. Inoltre, contrariamente a quanto asserito da Galimberti da dopodomani sono previsti almeno quattro giorni di maltempo con pioggia, vento forte e sensibile abbassamento delle temperature».
«Voglio ricordare - aggiunge il coordinatore di Fratelli d’Italia - al sindaco che, fortunatamente non tutti i nostri anziani si trovano ricoverati nelle Rsa, ove l’ordinanza non è applicabile così come nelle scuole materne e primarie, e pertanto la netta maggioranza di loro si trova costretta a patire il freddo per ulteriori 10 giorni, con notevole disagio dovuto all’età ed alle patologie ad essa correlate, oltretutto in tempo di covid e di influenza stagionale in corso. Onestamente non mi pare una scelta corretta che porterebbe addirittura ad una palese discriminazione tra i bambini a scuola al caldo e i loro nonni a casa al freddo. Ma il problema non riguarda solo i nostri anziani, ma anche coloro che lavorano in uffici, negozi od altre attività».
«Sinceramente per il bene di tutti questi soggetti confido - conclude Basilico - in un saggio e rapido ripensamento da parte del sindaco».
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