LA BARUFFA
Varese, rissa tra padroni nell’area cani
Discussione finita soltanto con l’intervento della Polizia locale

Le otto aree cani di Varese sono state create per essere luoghi rilassanti, dove portare il proprio cane a sgranchirsi le gambe e fare due chiacchiere. Ma spesso diventano teatro di scontri e liti, tra cani e tra persone. Un servizio utile, certo. Ma che forse andrebbe regolato di più. L’altro giorno, verso le 19, al Parco Zanzi, un cane è stato introdotto nell’area cani dove già ce ne erano tre che stavano giocando tra di loro. Uno dei quali non ha gradito l’ingresso del quarto cane ed è scattata la baruffa. Tanto spavento, nessun ferito. Ma per placare gli animi, e le due persone che si rimbalzavano la responsabilità dell’accaduto, è intervenuta la Polizia locale. Chi ha sbagliato? Chi ha sottovalutato il comportamento aggressivo del proprio cane, oppure chi ha introdotto il cane in un gruppo di simili senza prevederne le conseguenze?
NESSUN REGOLAMENTO
A Varese le aree cani non sono disciplinate da alcun regolamento. Fa eccezione Villa Mylius dove anni fa l’associazione Dog City Park, attiva fino al 2019, aveva installato un cartello - poi andato distrutto - con alcune regole di convivenza da osservare.
«A fronte dei problemi emersi dagli utenti, consultandomi con persone competenti, avevo creato un cartello che riassumeva le situazioni critiche e consigliava il comportamento più corretto da tenere nell’area cani - spiega Laura Fabiani, all’epoca presidente di Dog City Park, associazione che gestiva l’area cani di Villa Mylius con un patto tra Comune e cittadini -. Non si trattava di un regolamento con divieti, perché i divieti prevedono sanzioni. Ma di un cartello con un elenco di accortezze da prendere per evitare situazioni potenzialmente a rischio».
IL CARTELLO
Il cartello, ad esempio, chiedeva di non lasciare nel recinto il cane incustodito, di non somministrare cibo ai propri cani e ai cani altrui, di non giocare con legnetti e palline per non scatenare la competizione. Sconsigliava, inoltre, ai bambini e alle donne in gravidanza di accedere all’area per il pericolo di cadere. Non in tutta Italia le aree cani sono il far west.
IN TRENTINO
Quelle del Trentino sono dotate di cartelli esplicativi posti all’ingresso, con le norme di comportamento da osservare. Alcune sono di buon senso, come usare i sacchetti e la paletta per raccogliere gli escrementi. Chiudere i cancelli all’ingresso. Non introdurre cani femmina durante il calore nel caso di presenza di due o più maschi nell’area. Altre di più complessa interpretazione, come: “Evitare atteggiamenti tali da suscitare gelosia nei confronti di altri cani”. “Valutare la socialità del propri cane”. Altre ancora richiedono una discreta conoscenza dei comportamenti canini, come “fare attenzione nel far accedere un nuovo cane in presenza di un gruppo di cani che giocano”, oppure “evitare di liberare il proprio cane nel caso non sia sufficientemente ubbidiente”.
IL DOPPIO CANCELLO
Al parco Banda Biscotti di via Saffi è stato installato un doppio cancello e un cartello che indica di chiudere quello di ingresso prima di aprire quello che dà accesso all’area cani. C’è anche qualche altra indicazione, ma non ci sono delle vere e proprie regole da osservare, con il risultato che è sempre il più prepotente ad avere la meglio, cane o persona che sia. Ecco perché potrebbe essere necessario un regolamento che disciplini la condotta da tenere nelle aree cani. «Contatterò le associazioni e ci ragioneremo insieme» è il commento dell’assessore Nicoletta San Martino a cui fino ad oggi erano giunte lamentale relative alla presenza di cani liberi nei parchi e mai relative al comportamento di cani e padroni nelle aree dedicate.
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