PROGETTO “PROMOSSO”
Belforte, sì al restauro del Castello
La Soprintendenza approva, ma resta il nodo dei fondi

Piante, erbacce e rampicanti assediano - è proprio il caso di dirlo - i vari edifici che compongono il complesso. Le mura diroccate sono sempre lì, difese alla bell’e meglio da vecchie impalcature. C’è un buco al posto di un tetto e c’è un gran silenzio. Ma intorno al Castello di Belforte c’è un silenzio ancora più grande, perché non si può certo dire che il futuro dell’immobile stia a cuore ai candidati alle prossime elezioni amministrative, che pure sono tanti e da settimane si occupano praticamente di tutto (naturalmente a parole). E questo nonostante la storia più che illustre del Castello (da Federico Barbarossa alla battaglia di Varese del 26 maggio 1859) e nonostante ormai da tempo sia quasi tutto di proprietà comunale. Perso l’anno scorso un bando europeo da cinque milioni di euro, con il quale il Comune sperava di poterlo riqualificare a costo zero (impensabile utilizzare allo scopo fondi pubblici), è allora un piccolo squillo di tromba quello che risuona oggi da Milano: il progetto di recupero, reintegrazione e protezione redatto dall’architetto Ovidio Cazzola, da tempo immemorabile impegnato per dare nuova vita al complesso, è stato approvato di recente dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Lombardia occidentale.
Obiettivo del progetto - che era stato presentato lo scorso giugno durante una riunione del Consiglio di quartiere 7 e che è stato trasmesso alla Soprintendenza dal Comune - è quello di realizzare nel castello una biblioteca e spazi di incontro, il tutto collegato al centro parrocchiale, creando un «grande polo della comunità belfortese». Ma il problema del finanziamento dell’operazione resta. Oggi si può ipotizzare che per la messa in sicurezza del Castello, che è il primo intervento da fare e per il quale non è che ci sia tempo in abbondanza, visto il progressivo sbriciolarsi del complesso, servano più o meno due milioni di euro. «Si potrebbe pensare di realizzare nel Castello un museo del Risorgimento, dato che qui si svolse la battaglia di Varese del 26 maggio 1859 - spiega Cazzola - ma quello che è importante è che questo torni un luogo di socialità per i belfortesi, dato che nell’area mancano i luoghi di incontro. La prossima amministrazione comunale dovrà cercare la strada di altri bandi per reperire i fondi necessari per la messa in sicurezza, il rifacimento di parte della copertura e la riqualificazione degli edifici, conservando quello che c’è e integrandolo con strutture moderne».
© Riproduzione Riservata