L’INCHIESTA
Spaccio tra minori, venti indagati
Droga venduta anche a scuola: Procura pronta a chiedere il rinvio a giudizio

Il giro di droga era piuttosto corposo e variegato, con dosi vendute e regalate: marijuana, hashish e pure codeina, ossia un oppiaceo utilizzato anche nella produzione di farmaci analgesici.
È una quotidianità inquietante, quella svelata da un’attività certosina condotta in due anni dai carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Milano, che ora ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a venti ragazzi coinvolti, tutti minorenni all’epoca dei fatti. Gli accertamenti hanno permesso di ricostruire traffici giornalieri, tra i banchi di scuola, al parchetto o davanti all’oratorio, tra decine di ragazzini consumatori abituali di droga. Le principali “piazze” dello spaccio erano davanti a un istituto superiore alle porte di Varese e fuori da altre due scuole del capoluogo, e ancora un boschetto a poca distanza da Villa Cagnola, a Gazzada Schianno, oppure vicino alle scuole di Buguggiate. In un caso la cessione di dosi sarebbe avvenuta anche dentro una scuola superiore.
Le indagini condotte dagli investigatori dell’Arma hanno ricostruito i traffici tra l’estate del 2016 e la primavera dell’anno scorso. I venti indagati sono tutti di età compresa fra i 17 e i 19 anni (quindi minorenni all’epoca dei fatti), di nazionalità italiana e residenti in varie zone della provincia, tra Varese, Gazzada Schianno, Brunello,Buguggiate, Gazzada Schianno, Azzate, Albizzate e Arcisate. Alla maggior parte degli indagati vengono contestate decine di cessioni di stupefacenti, aggravate appunto dal fatto che i destinatari avevano un’età inferiore ai 18 anni e che la compravendita avveniva vicino a istituti scolastici. In alcuni casi, sempre stando alle accuse, le offerte di dosi avvenivano anche attraverso gruppi WhatsApp: su chat intitolate “Soci”, “Varesebeach 2.0” e “Cumpa Summer 2016” venivano pubblicate fotografie di marijuana, hashish e codeina, per promuovere il prodotto tra potenziali clienti.
Sulla base di queste accuse, il sostituto procuratore Sabrina Ditaranto – già pm a Varese e ora a Milano, dove appunto si occupa di minori – potrebbe dunque chiedere il rinvio a giudizio.
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