CAMPO DEI FIORI
Sulla montagna devastata
La situazione a due mesi dalla tempesta. Fondi in arrivo

Otto settimane fa il Campo dei Fiori visse una delle sue notti più buie: nel giro di poche ore centinaia di alberi furono abbattuti dal vento l’uno dopo l’altro, provocando danni incalcolabili e cambiando radicalmente il profilo della montagna più amata dai varesini.
Là dove c’erano boschi di abeti e faggi, ora si sono aperte radure con piante cadute l’una sull’altra. Le conseguenze devastanti di quella che fu ribattezzata la “Tempesta Vaia di Varese”, con riferimento alla tempesta che alla fine d’ottobre di due anni fa flagellò le Dolomiti, sono tuttora visibili. Ma presto qualcosa potrebbe cambiare.
Il Parco regionale del Campo dei Fiori ha infatti deliberato di “dirottare” alla pulizia dei sentieri danneggiati circa 50mila euro inizialmente previsti per altri capitoli di manutenzione del territorio: «È stata una decisione presa in accordo con Regione Lombardia – spiega il presidente Giuseppe Barra -. Si tratta di interventi iniziali per riaprire i sentieri, con l’abbattimento, il taglio e la rimozione delle enormi piante che ancora si trovano lungo i percorsi. Non si tratta solo di rendere percorribili queste zone, ma soprattutto di renderle più sicure dal punto di vista del pericolo di incendi» Sì perché, nella malaugurata ipotesi che dovesse scoppiare un rogo nelle zone devastate dal vento, le fiamme potrebbero propagarsi più facilmente grazie agli alberi abbattuti, che tra l’altro costituirebbero un ostacolo in più alle operazioni di spegnimento.
Il punto più critico sembra essere quello del Sentiero 1, dal piazzale dell’Osservatorio astronomico fino al Forte d’Orino: circa cinque chilometri di tracciato dove interi boschi sono stati rasi al suolo, con molti tronchi finiti lungo il percorso, tanto che l’accesso risulta ancora vietato, con nastri e cartelli affissi all’imbocco per avvisare gli escursionisti. Qui sono stati compiuti alcuni interventi iniziali, ma il grosso delle operazioni deve essere ancora fatto. Altri sentieri, invece, nella parte più a sud, verso Velate, sono stati già liberati dalle squadre di volontari, come ad esempio – nelle scorse settimane – le Guardie ecologiche o gli Amici del Campo dei Fiori.
Per compiere i lavori più massicci occorrerà avere una panoramica dettagliata della situazione. Per questo motivo continuano le mappature con i satelliti in collaborazione con Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente: «Questa parte è ormai conclusa – rimarca il presidente Barra – e ora sono previsti voli con i droni nelle aree considerate rosse, ossia con il maggior numero di alberi schiantati. Una volta conclusa anche questa fase potremo definire i cantieri di intervento». Cantieri che si preannunciano già molto complessi: ci sarà prima da liberare i sentieri dalle piante stramazzate e da rimuovere il legname, poi si dovrà pensare a liberare anche i boschi e infine occorrerà stabilire le modalità di ripiantumazione di queste aree. Un processo lungo e delicato, in un territorio già martoriato dagli incendi degli anni scorsi, che porterà la montagna a tornare di nuovo verde, anche se probabilmente diversa da come era abituato a conoscerla chi la frequentava prima della tempesta.
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