L’ALLARME
Varese, troppe risse nel “salotto buono”
Dopo quella in via Albuzzi, sabato sera un’altra scazzottata in via Cavallotti. La Lega: «Servono più controlli»

Botte anche sabato sera nel centro città e scatta la polemica: Varese è una città sicura? Sicuramente molto più di altre, ma il crescente disagio che si vive, soprattutto nei fine settimana, sta progressivamente svuotando la città dal sano divertimento, lasciando spazio a chi invece ha solo voglia di bere e attaccar briga. Lo hanno ammesso, senza troppi giri di parole, i titolari dei locali della Piccola Brera, la zona del centro in cui insiste il maggior numero di bar. Per loro, la prima causa delle svuotamento delle attività (tre in vendita nella sola via Cavallotti) è sicuramente legata alle liti che scoppiano con troppa facilità e frequenza tra gli avventori.
L’ultima sabato sera, 20 gennaio, in via Cavallotti, e che ha coinvolto un gruppo di ragazzi. «Ordinaria amministrazione», la definiscono. Del resto la sera prima, venerdì 19 gennaio, è toccato a via Albuzzi. In quel caso la rissa ha coinvolto una decina di persone, ha richiesto l’intervento di diverse pattuglie delle forze dell’ordine e dato il via al fuggi fuggi generale dei clienti dei bar vicino.
Una violenza incredibile, stando a quanto hanno riferito i testimoni, che ha provocato perfino un blackout con il danneggiamento di una cabina elettrica. E il weekend precedente non è stato diverso: le bottigliate sono volate ancora in via Cavallotti. Ricondurre tutto ad una mancanza di sicurezza sarebbe semplicistico, oltre che sbagliato.
«L’origine del fenomeno è da ricercare più nella diffusa assenza di educazione e senso civico - secondo i titolari dei bar -. Ne abbiamo avuto riprova venerdì sera, quando nemmeno davanti agli uomini in divisa le persone hanno smesso». Che sia un problema di educazione lo pensa anche la consigliera del Partito Democratico, Manuela Lozza. «Educazione intesa come struttura, quindi scuola e famiglia - dice -. Serve un maggior impegno nell’affrontare questioni come l’abuso di alcool e droga e nel creare una maggior rete di tutela, per i ragazzi ma anche per gli adulti. Non sono assolutamente d’accordo che la soluzione sia quella di far chiudere prima o limitare gli orari dei locali di somministrazione, sarebbe come ribaltare sugli esercenti il problema».
Che sia però quella dei controlli, la strada da percorrere, lo pensano i consiglieri leghisti. «Ce ne vogliono di più, specialmente durante i fine settimana. La città non è sicura e lo dico da cittadina ma anche da mamma di un ragazzo adolescente - dice la capogruppo leghista Barbara Bison - I controlli ci sono, ma evidentemente non sono sufficienti e serve un piano rigoroso e serio affinché Varese sia sicura».
In provincia, grazie al progetto “strade sicure“, sono in arrivo dieci uomini dell’esercito che, con le Forze di polizia, concorreranno alla tutela della sicurezza nelle città. «Sicuramente una cosa positiva - secondo Emanuele Monti, membro della commissione Sicurezza del Comune di Varese -. Bisogna però sottolineare che sono sette anni che andiamo dicendo che in città c’è un problema di sicurezza e che l’amministrazione di centro sinistra ha invece sempre negato, facendolo degenerare. Attraverso una collaborazione bipartisan, con anche la collaborazione dei rispettivi parlamentari, Varese avrebbe potuto beneficiare di un progetto speciale legato alla sicurezza».
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