LA PRESCRIZIONE
Truffa della frutta: processo scaduto
Erano 12 gli imputati per merce ordinata e mai pagata

Truffa della frutta: tutto prescritto. La maxi inchiesta del Comando carabinieri politiche agricole di Roma e dei colleghi di Varese, su una associazione per delinquere finalizzata a una serie di raggiri nel settore ortofrutticolo, si è conclusa con un nulla di fatto.
I fatti risalgono infatti agli anni tra il 2008 e il 2013 e quindi la maggior parte dei reati sono estinti per prescrizione. Mentre altri sono stati depenalizzati.
Lo ha deciso ieri, mercoledì 12 febbraio, il Tribunale, con una sentenza predibattimentale, all’inizio dell’ennesima udienza di un processo che - tra un rinvio e l’altro - si trascinava da quattro anni.
Era il febbraio del 2016, infatti, quando il giudice dell’udienza preliminare rinviò a giudizio le dodici persone coinvolte nell’indagine. Secondo l’accusa, ordinavano quintali di frutta e verdura da produttori di tutta Europa spacciandosi per rivenditori italiani, ai quali clonavano i dati fiscali in Rete. Ma quando la merce arrivava a destinazione, chiudevano ogni contatto con i fornitori che non venivano mai pagati mentre frutta e verdura venivano rivendute nei mercati del nord Italia. Erano 44 le truffe contestate agli imputati, per un volume di affari superiore ai 670.000 euro.
Un sistema messo in piedi da 12 commercianti del settore agroalimentare e dei trasporti, con basi logistiche in Lombardia, Piemote e Liguria.
Per loro le accuse erano di associazione per delinquere, truffa, ma anche sostituzione di persona e falsità in scrittura privata. Reato, quest’ultimo, che è stato depenalizzato. Mentre gli altri sono ormai troppo datati: da qui la sentenza di non doversi procedere.
I dodici, in buona sostanza, erano accusati di aver clonato, anche mediante procedure di vendita on line, dati e ragioni sociali di ignare società allo scopo di ottenere la fornitura di prodotti agroalimentari, omettendo di pagarne il corrispettivo, per poi riciclarli nel circuito di vendita all’ingrosso dei principali mercati ortofrutticoli.
Pomodori pelati in confezione da tre chili, frutta (tra cui pere e mele del Trentino, arance, clementine, limoni, pesche e albicocche), verdura, patate, cipolle, ma anche pasta, salumi, castagne; insomma, qualsiasi genere alimentare facilmente rivendibile veniva commissionato in Italia e all’estero con questo stratagemma, senza mai venire pagato.
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