PIANETA GIOVANI
Varese, un ragazzo su tre ha subito bullismo
Dati allarmanti dal convegno in Provincia. “Ho paura di te” l’evento culturale di sensibilizzazione

Numeri da allarme rosso questa mattina, venerdì 23 settembre, a Villa Recalcati, sede di “Ho paura di te“, evento culturale e artistico di sensibilizzazione contro il bullismo in provincia di Varese voluto dall’associazione Agir e in comune in collaborazione con Spirale di Luce e il patrocinio della Provincia. Uno studente su tre afferma di aver subito almeno un episodio di bullismo nella sua carriera e sono in media quasi uno al mese gli “ammonimenti ufficiali“, previsti dalla legge, che il Questore ha avviato da inizio 2022 verso minorenni come primo avviso per evitare procedimenti giudiziari nei loro confronti: in totale 6 casi tra gennaio e agosto contro nessun ammonimento l’anno scorso, due nel 2020, altrettanti nel 2019 e 6 in tutto il 2018.
Dati offerti in apertura di lavori dal prefetto Salvatore Pasquariello e confermati dall’analisi proposta da un’autorità in materia come il magistrato Fabio Roia, già sostituto procuratore al Tribunale di Milano, dove oggi è presidente nella sezione Misure di prevenzione, dal 1989 componente il Dipartimento per i reati in danno di soggetti deboli: «Bulli si diventa spesso a causa delle condizioni familiari caratterizzate da adulti superficiali nelle relazioni e nel controllo educativo del minore, per cui si può dire che bulli si diventa».
Sono in aumento le ragazze che, per imitare i maschi, si esprimono con violenza, ma per tutti «la pena non basta, bisogna agire sull’educazione». In sala una cinquantina di studenti degli istituti superiori Newton e Manzoni di Varese con i loro docenti; a loro si è rivolto il presidente della Provincia, Emanuele Antonelli: «Mi metto in gioco come parte di una generazione che non ha saputo fare altro che consegnarvi questo cattivo modello di società, però cari ragazzi niente scuse: siate protagonisti positivi della vostra vita».
Al termine dell’incontro la visita alla mostra di pittura ad esso collegata (aperta fino a giovedì 29) con opere di Wally Bonafè, Amalia Caracciolo, Carla Erizzo, Katalin Kollar. Cosa c’entra l’arte col bullismo? Lo ha spiegato lo storico e critico d’arte Giorgio Grosso: «L’arte è il luogo dove l’individuo esprime se stesso e gioca un ruolo fondamentale nella ricerca del proprio io e del proprio benessere. Senza bellezza non può esserci futuro». Prossimo incontro su temi analoghi che si riferiscono al disagio giovanile, martedì 27 dalle 14.30 nell’aula magna, via Ravasi 2, dell’Università dell’Insubria a cura del Coordinamento Informagiovani-Informalavoro.
Il fenomeno del bullismo è stato discusso in altri incontri, tra cui quello organizzato lo scoeso aprile al liceo Ferraris.
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