LARGO FLAIANO - 2
Una piastra grande come una piazza
Questa la soluzione del team di esperti per la rotatoria che libererà dal traffico un punto cruciale della viabilità

Una piastra d’acciaio grande quanto una piazza di paese, calata come un tappo sulla trincea della ferrovia e «imbullonata» al terreno tra viale Borri e la bretella dell’Autolaghi.
Sopra, seicento metri quadrati d’asfalto e barriere di protezione. Eccolo il futuro secondo ponte di largo Flaiano, punto d’appoggio per una rotatoria allungata che promette di rivoluzionare gli assetti viabilistici in ingresso e in uscita dalla città: un prefabbricato lungo venti metri e largo trenta, su cui fare scorrere il traffico oggi prigioniero di uno svincolo infernale con otto intersezioni al termine dell’autostrada, semafori, sensi unici e centinaia di auto incolonnate in ogni direzione.
Palazzo Estense ha deciso: sindaco e assessori porteranno in consiglio comunale la soluzione proposta dagli ingegneri della società «Sintagma» di Perugia, gli stessi incaricati di predisporre il nuovo Piano urbano della mobilità sostenibile. Nei giorni scorsi, al termine di una serie di riunioni in videoconferenza, è scattata la luce verde alla rotatoria allungata sostenuta da due cavalcavia, quello esistente in largo Flaiano (550 metri quadrati ripartiti in quattro corsie) e uno «gemello», da realizzare poco distante, all’inizio di viale Borri, appena oltre il distributore di benzina, di fronte all’ex filiale di Banca Intesa. I tecnici dell’assessorato ai lavori pubblici sono stati incaricati di predisporre un progetto preliminare che dovrebbe essere approvato dalla giunta a inizio luglio assieme a una previsione dettagliata dei costi: poco più di un milione di euro secondo la stima attuale.
Il team perugino di progettisti e consulenti guidati dall’ingegner Tito Berti Nulli ha analizzato i flussi di traffico in largo Flaiano (fino a 3.700 veicoli in 60 minuti nelle ore di punta) e ha proposto la creazione della rotatoria allungata per distanziare le intersezioni rispetto agli incroci attuali, spegnere i semafori e allentare l’assedio delle auto. Se l’opera sarà realizzata, dovrebbe restare attivo solo il semaforo di via Sant’Imerio, troppo a ridosso di via Magenta perché sia possibile uno «scorrimento autodeterminato e continuo della circolazione veicolare». Dovrebbero invece essere spenti gli impianti agli angoli della bretella autostradale e delle vie Gradisca, Lazio, Tamagno, Borri, Goldoni e Magenta. Le prime tavole progettuali sono già sulla scrivania del dirigente dell’assessorato, l’architetto Gianluca Gardelli, che ha assunto il coordimanento tecnico dell’operazione, dopo cinque incontri di approfondimento politico e amministrativo a cui aveva partecipato, oltre al sindaco Davide Galimberti, il vicesindaco Daniele Zanzi e gli assessori Andrea Civati e Dino De Simone. L’adozione del progetto preliminare sarà il primo atto formale di un iter che prevede procedure vincolate per l’assegnazione di un incarico per le elaborazioni successive, un piano finanziario e, successivamente, le gare d’appalto per l’apertura del cantiere. I tempi? In municipio bocche cucite. Massima cautela e grande attenzione a possibili provvedimenti di semplificazione burocratica da parte del Governo e a provvidenziali stanziamenti a favore degli enti locali per la ripartenza dopo la pandemia.
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