IL PARCO
Villa Recalcati, arriva il “conto”
Documento di denuncia del Comitato dei commercianti contro lo stato di degrado: «Comune e Provincia devono collaborare per restituire l’area ai varesini»

«Noi commercianti di Casbeno lanciamo un grido d’allarme e di vergogna nei confronti delle amministrazioni, che non sono degne di avere in custodia le fondamentali bellezze storiche della nostra città».
Suonano così le prime righe di un documento che il Comitato dei commercianti di Casbeno ha indirizzato al Comune e alla Provincia di fronte allo stato di grave incuria del giardino di Villa Recalcati, un abbandono definito «uno scempio nei confronti di uno dei parchi varesini più ricchi di fascino e pregnanza culturale e storica».
«Ci chiediamo perché quest’area verde così prestigiosa continui a rimanere abbandonata al degrado e all’incuria - prosegue il documento -. Le amministrazioni passano e cambiano colore, ma la loro negligenza e il loro disinteresse per questo angolo di ricordi storici non passa mai. Anzi, oggi più che mai, appare completamente abbandonato a se stesso».
I commercianti di Casbeno, oltre a vedere con i propri occhi l’avanzata del degrado, sono testimoni del disappunto dei cittadini, tra i quali alcuni rinunciano ormai ad addentrarsi lungo i vialetti invasi da erbacce, mentre altri continuano imperterriti a passeggiare tra le siepi che, rinsecchite, aggiungono mestizia.
«Eppure in questo parco furono messe a dimora piante meravigliose e rare - sottolinea il portavoce del Comitato Donato Greco -, per offrire agli ospiti un’adeguata dimensione lussuosa, con scenari botanici che spaziavano dall’esotismo delle palme alle conifere provenienti dalla California, offrendo spunti delle lande artiche accanto a fiori dell’Oriente e alle rose e i melograni del Mediterraneo. Cosa rimane di tutto questo? Perché questo abbandono?».
Domande che si spera non cadano nel vuoto.
«Cestini traboccanti e vegetazione incolta dappertutto - aggiunge il portavoce dei commercianti -, statue e opere d’arte sbrecciate e coperte di muschio - quelle in metallo corrose dalla ruggine -, spazi una volta romantici ora incolti e miseri».
Lapidarie le parole finali del documento. «Un giardino pubblico è un bene fragile e prezioso - si legge - e non deve essere invece un tributo all’incapacità e all’orgogliosa superbia di due amministrazioni che, per contrapposizione di colore politico, ci privano di un bene così prezioso».
I commercianti sollecitano dunque il sindaco Davide Galimberti e il presidente della Provincia Emanuele Antonelli ad avviare «una fattiva e risolutiva collaborazione, affinché possano restituire ai cittadini di Varese un pezzo del loro cuore e della loro storia».
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