ASSEMBLEA DI SETTORE
Varesotto, gli apicultori in ginocchio
Quest’anno crollo della produzione a causa del maltempo

«Il freddo e il vento di aprile e di maggio ci hanno praticamente massacrati, distruggendo dal 90 al 100 per cento del raccolto del miele di acacia, che per noi rappresenta il 60-70 per cento del reddito di una stagione. Da quando sono in atto i cambiamenti climatici ci sentiamo un po’ dei Don Chisciotte che combattono contro i mulini a vento».
Così Michele Mottalini, apicultore professionista e consigliere di Confagricoltura Varese.
A fronte delle difficoltà, per la prima volta lo Stato ha esplicitamente riconosciuto ai produttori apistici la possibilità di accedere agli indennizzi riservarti alle calamità naturali, che sono in genere legati all’agricoltura tradizionale.
I problemi del settore sono stati al centro del discorso che ieri, sabato 2 ottobre, Lorenzo Sesso, presidente dell’associazione Produttori Apistici della Provincia di Varese, ha tenuto nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione, che si è riunita alla fattoria Pasqué di Bernate, frazione di Casale Litta.
«È stata l’ennesima annata disastrosa, che segue tante annate difficili per la produzione del miele causata dall’andamento climatico - ha detto Sesso - le gelate di fine aprile e la persistente piovosità sulla fioritura di robinia hanno fatto registrare l’ennesima annata negativa del comparto produttivo dell’apicoltura, con una diminuzione del miele prodotto compresa tra il 50 e il 90% a seconda delle zone».
L’associazione è una realtà solida e consolidata nella provincia, che conta 430 associati. «L’importanza di questa associazione - ha affermato Sesso - sta nel riunire professionisti e hobbisti accomunati da una grande passione: l’ape. Insetto a cui tutti riconoscono la produzione di miele, ma a cui più raramente è riconosciuta la fondamentale importanza per l’impollinazione. L’apicultura, inoltre, è uno dei pochi settori in cui è possibile il passaggio da hobbista ad apicolture tradizionale, cosa che va a vantaggio della protezione dell’ambiente».
Durante l’anno, al meteo avverso si è aggiunto il Covid che, eliminando le occasioni di vendita, ha inferto un altro colpo al settore. «Senza parlare della varroa, parassita nocivo per gli alveari, che negli ultimi 30 anni ha portato il cinquanta per cento degli apicoltori a chiudere la propria attività – dice Sesso - nonostante il difficile periodo, è necessario guardare al futuro con ottimismo, per poter cogliere le opportunità e ottimizzare le capacità produttive delle aziende apistiche. Apprezziamo e auspichiamo che i contributi promessi e stanziati possano realmente ristorare almeno una parte delle mancate produzioni e che l’attenzione delle istituzioni non venga meno in futuro in apicoltura, settore strategico per l’ambiente e le produzioni vegetali».
L’associazione dei Produttori Apistici della Provincia di Varese, consapevole del difficile momento, intende continuare la missione associativa per lo sviluppo del settore: durante l’estate un nuovo progetto è stato selezionato dalla Fondazione Cariplo. Questo progetto, presentato con l’Istituto Oikos, ha la finalità di costituire di una nuova realtà con nuovi servizi e opportunità per tutti gli apicoltori del territorio.
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