Musica
Vasco torna con "Ma cosa vuoi che sia una canzone "
Il suo primo album compie 40 anni e non li dimostra

Milano, 24 nov. (askanews) - "...Ma cosa vuoi che sia una canzone
", pubblicato il 25 Maggio 1978, è il primo album di Vasco Rossi, inciso e pubblicato con la collaborazione di Gaetano Curreri (e dei musicisti del suo gruppo di allora). Compie 40 anni ma non li dimostra.
E' il suo album di debutto, il disco da cui tutto ha origine - l'inizio della fantastica storia di uno dei più grandi artisti della musica italiana - e una delle locuzioni ancora più calzanti della sua filosofia. Riascoltarlo e rileggerlo oggi è un vero piacere. Per scoprire, ad esempio, quali grandi premonizioni artistiche ci fossero già nel "primo" Vasco, cantautore del cambiamento, con lo sguardo sempre attento alla società, e quanto attuali (e universali) siano storie come "La nostra relazione", "E poi mi parli di una vita insieme", "Ambarabaciccicocco', "Ed il tempo crea eroi"
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Venerdì 7 dicembre uscirà il cofanetto Sony Music (Legacy), in edizione Limitata Numerata, con contenuti esclusivi: "
ma cosa vuoi che sia una canzone
R>PLAY Edition 40th". Sarà il primo della "Serie R>PLAY": "Sony Music ha il privilegio di inaugurare una speciale serie celebrativa, intitolata R>PLAY dedicata ai 40mi anniversari degli album da studio di Vasco Rossi. Questa è la prima di quattro pubblicazioni. Il risultato è un magnifico prodotto, ricco di tanti contenuti che siamo certi renderanno felici tutti i fans desiderosi di conoscere e ripercorrere la carriera di un artista immenso ed unico", cosi commenta Stefano Patara, Executive Director, Catalogue & Strategic Marketing di Sony Music.
"La nostra relazione", "
e poi mi parli di una vita insieme", "Silvia", "Tu che dormivi piano (volò via)", "Jenny è pazza", "Ambarabaciccicoccò", "Ed il tempo crea eroi", "Ciao" sono state rimasterizzate a 24bit/192KHZ, la migliore definizione attualmente possibile, partendo dai nastri master analogici di studio tramite trattamento termico, restauro ed acquisizione in digitale, negli studi Fonoprint da Maurizio Biancani, che curò le registrazioni originali del disco e produsse alcuni album successivi ("Bollicine", per citarne uno).
Pubblicato nel pieno dell'epoca dei cantautori cosiddetti "impegnati", il disco era fuori da tutto - soprattutto dall'idea dell'iconografia del cantautore di allora - e Vasco era già dentro il rock: cosi arrivò un album fuori da ogni registro, sparigliando le regole discografiche dell'epoca. "Un titolo provocatorio, chiaramente non amato dai discografici (però per fortuna che i discografici ancora non si preoccupavano molto di quello che facevo). Era il periodo delle canzoni dei cantautori, molti facevano dell'impegno politico lo scopo di vita, io invece non ero molto convinto. Le canzoni le scrivevo per divertirmi. E questa era un po' la mia ironica presa in giro di quel tipo di cantautorato lì. Secondo me la provocazione artistica tiene sveglie le coscienze, ed è utile, fondamentale (anche per tenere sveglia la mia di coscienza che a volte si addormenta). Non prendiamoci troppo sul serio
si può pensare che una canzone è un capolavoro di perfezione, ma non si può mai pensare che chi l'ha scritta sia perfetto come la canzone, questo è il concetto. Lo dico sempre ma la gente comunque tende molto a confondere, ad amare anche molto quando sente una canzone che commuove, e viene colpita, chiaro che ama anche quello che l'ha scritta...anche se non se lo merita" firmato Vasco Rossi.
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