IN ELICOTTERO
Venegono, la Volpe che arriva dal cielo
Ecco come funziona la Sezione aerea delle Fiamme gialle
Sono lontani i tempi in cui la Guardia di Finanza vigilava a piedi lungo il confine tra Varesotto e Svizzera, per intercettare spalloni con gli zaini pieni di sigarette di contrabbando. Ora le latitudini sono rimaste le stesse, l’impegno per la legalità pure, ma modalità e campi d’azione sono mutati profondamente. L’esempio arriva da un fiore all’occhiello delle Fiamme gialle che si trova proprio nel Varesotto, a Venegono Superiore: accanto all’aeroporto e allo storico stabilimento un tempo targato Aermacchi, si trova la base della Sezione aerea di Varese. Qui l’ordinaria amministrazione spazia dalla sicurezza pubblica al contrasto agli illeciti, anche ambientali, fino alla “polizia di montagna” e al soccorso alpino, con raggio d’azione dalla Valle d’Aosta a tutta la Lombardia, per un’area di competenza di oltre 52mila chilometri quadrati, costeggiando una linea di confine lunga circa 1.200 chilometri. Il tutto grazie a un punto d’osservazione molto particolare: dall’alto. In elicottero le distanze si accorciano in modo inimmaginabile (un esempio su tutti: da Venegono si arriva alle cime della Val Veddasca in circa quindici minuti) e lo sguardo si allunga: ciò che da terra appare invisibile dall’alto viene svelato in maniera nitida.
L’ESERCITAZIONE
Abbiamo seguito un equipaggio di militari durante una normale attività, ossia un’esercitazione in Forcora per il recupero di una persona rimasta bloccata in vetta. La giornata si apre con un briefing nella sala riunioni a cui prendono parte piloti e specialisti: si fa il punto di ciò che di lì a poco si andrà a compiere. Un momento tutt’altro che scontato: in volo le comunicazioni verbali verranno ridotte all’osso, perché nella cuffia del casco occorre dare la precedenza alle comunicazioni che arrivano dall’esterno, ed è quindi indispensabile intendersi anche con i gesti. Per questo motivo tutti devono avere ben chiaro in mente che cosa si andrà a fare e quale sarà l’obiettivo della missione. Spiegazioni del capo equipaggio, eventuali domande, poi ci si sposta sulla piazzola all’esterno della base, dove i tecnici hanno già preparato l’Aw169 (il primo esemplare di questo elicottero in dotazione alle Fiamme Gialle è stato assegnato proprio a Venegono), in una delle piazzole con pavimentazione riscaldata, perché qui l’inverno si fa sentire e il ghiaccio può diventare un problema reale. Check a bordo, controlli radio e poi via: Volpe 501 (dove “Volpe” sta storicamente a indicare i velivoli della Gdf) si alza da terra con la sua inconfondibile livrea gialla e verde e si dirige verso il target, ossia un escursionista rimasto bloccato in cima alla Forcora. L’elicottero fila veloce percorrendo linee inimmaginabili per un mezzo su strada: punta dritto verso il lago di Varese, lo costeggia sulla sponda più a nord, e poi prosegue verso il Verbano, arrivando al punto indicato. Qui viene simulato il recupero di un uomo: ma se la vicenda è pura finzione, passaggi e procedure sono tutt’altro che uno scherzo. La concentrazione è massima, non è ammesso il minimo errore. Volpe 501 si posiziona in hovering – ossia fermo in aria – e dalla “pancia” del velivolo si cala un soccorritore, con il verricellista che dirige le operazioni, mantenendo il contatto visivo con il collega e facendo da collegamento con il pilota. L’aerosoccorritore sbarcato a terra raggiunge il malcapitato, si assicura delle sue condizioni e, una volta messo in sicurezza e imbracato, lo aggancia al verricello per portarlo con sé a bordo. Qualora la persona da recuperare fosse ferita – è bene precisarlo – sarebbe indispensabile l’intervento di un medico.
UN “CACCIATORE” DI CELLULARI
Sì, perché l’attività della Sezione aerea è improntata alla ricerca, dove si stanno facendo passi da gigante. Un esempio? Dall’inizio dell’anno a bordo dell’Aw169 è stato installato un Imsi Catcher, ossia una sofisticata apparecchiatura in grado di individuare un telefono cellulare fornendo coordinate precise al metro, riducendo in maniera significativa i tempi di ricerca. Partendo dal numero di telefono e dal codice Imei, un operatore fornito di tablet riesce a “tradurre” il segnale del cellulare in dati Gps: una vera e propria svolta che anche sui monti della provincia di Varese si sta rivelando preziosa.
DA COMO A VENEGONO
La Sezione aerea di Venegono dipende dal Reparto operativo aeronavale di Como, dove nel 1958 fu costituita la prima sezione di “elicotteri di montagna”: soltanto trent’anni dopo il reparto aereo traslocò in provincia di Varese e ricostituito con la denominazione di Sezione aerea di Como in Venegono, per poi diventare il 3 febbraio 1997 solamente Sezione aerea di Venegono, appunto, che si trova nell’attuale sede dal 2003.
Un fiore all’occhiello, come detto, che vede la collaborazione a fianco a fianco di piloti, operatori e anche tecnici, perché quasi tutta la manutenzione degli elicotteri viene compiuta direttamente nell’hangar. I militari compiono attività trasversali di soccorso e di polizia giudiziaria, interagendo con le altre forze dell’ordine, con la magistratura e con altri reparti della Guardia di finanza, primo fra tutti il Soccorso alpino del Corpo, che conta undici Stazioni Sagf attive nella propria circoscrizione, ossia da Bardonecchia a Edolo, da Cuneo a Macugnaga, fino a Domodossola, Cervinia e Bormio. Sempre più stretta è anche la collaborazione con il Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico. Insomma, la vocazione è rimasta quella del contrasto all’illegalità e dell’aiuto al cittadino, ma qui, alla base di Venegono Superiore, questi concetti trovano nuove connotazioni di spazio e di tempo, soprattutto in quelle situazioni dove ogni minuto in più può fare la differenza.
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