IL CASO
Tartaruga nei guai con la giustizia
È andata in letargo dopo il dissequestro a Verbania: quando la giustizia si arrende alla natura

Nel 1973, tornando dalla Sardegna, un verbanese si portò a casa una tartaruga, una testudo marginata, ma al momento di denunciarne il possesso sbagliò a indicarne la specie.
E così si ritrovò indagato e la tartaruga gli fu sequestrata, anche se di fatto l’animale non ha mai lasciato il suo giardino poiché custode è stata nominata la moglie del “papà” dell’animale.
Ma adesso il giudice ha riconosciuto la sua buona fede e ha archiviato il fascicolo, quindi la testuggine può essere “dissequestrata”.
Peccato che quando i carabinieri forestali si presentano a casa per procedere alle operazioni il rettile non c’è: è in letargo, nascosto sotto terra da qualche parte.
Tutto da rifare in primavera, dunque.
La testuggine sotto accusa sicuramente non è pericolosa per l’uomo, a differenza di un altro caso di qualche anno fa.
In realtà, le tartarughe “incriminate” sono due perché in quel giardino era stato trovato anche un secondo esemplare.
«Non è mia, è del mio vicino di casa, ma è sempre in giro e spesso entra nella mia proprietà per stare con l’altra», si era difeso l’anziano verbanese.
I suoi guai giudiziari sono iniziati nel febbraio scorso, quando proprio quel vicino si rivolse ai carabinieri forestali. Che perquisirono il giardino e trovarono due esemplari di testudo marginata.
Rettile che - questa la contestazione - non sarebbe stato dichiarato come prescrive la legge per le specie a rischio estinzione.
Ma il pensionato, difeso dall’avvocato Clarissa Tacchini, ha spiegato di aver adempiuto all’obbligo nel 1995.
Nel farlo, però, la registrò come testudo graeca. Un errore che può capitare, se non si è veterinari o esperti di rettili, ha evidentemente ritenuto anche il pm Laura Carrera, che ha chiesto l’archiviazione del procedimento.
Richiesta accolta dal gup Beatrice Alesci.
Via libera, quindi, al dissequestro. Che dovrà però aspettare che finisca il letargo.
I tempi della giustizia, insomma, si sono dovuti arrendere a quelli della natura.
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