IL CASO
«Verità sulla morte di Simone Mattarelli»
Inchiesta giornalista sulla tragedia del 28enne trovato impiccato in una fabbrica. Per il Tribunale di Busto fu un suicidio. La famiglia: «È stato ucciso»

Audio e documenti “inediti” per ricostruire “le ultime ore” e la vicenda della morte del 28enne Simone Mattarelli, il cui corpo fu trovato il 3 gennaio 2021 dentro una fabbrica in via Primo Maggio a Origgio, “impiccato con la sua cintura”.
E’ diviso in sei puntate il podcast “Simone“ realizzato dal giornalista Stefano Vergine, da domani, giovedì 9 ottobre, gratuitamente sulle principali piattaforme, che viene presentato come “un’inchiesta giornalistica per capire se si tratta di un caso simile a quello di Stefano Cucchi o di Federico Aldrovandi, oppure di un giovane che si è tolto la vita».
Per il Tribunale di Busto Arsizio, il giovane, come spiega l’autore, «si è tolto la vita a causa dell’assunzione di cocaina, dopo tre ore di inseguimento con sei gazzelle dei carabinieri tra le province di Milano, Como, Varese e Monza». Entrambe le inchieste giudiziarie si sono concluse con l’archiviazione, ma per i familiari del 28enne le cose non sono andate così. «Penso che qualcuno lo abbia ucciso» spiega Luca Mattarelli, padre della vittima, in una delle interviste contenute nel podcast, assieme a “notizie inedite.” Tanti i “punti oscuri” che emergono “in questa storia.”
Veniero Gambaro, professore di chimica tossicologica, intervistato come esperto, esclude che «con la quantità di cocaina trovata nel suo corpo Mattarelli potesse essere nella fase di down, considerata dal Tribunale di Busto Arsizio la causa del suicidio».
Per Matteo Mattarelli, fratello della vittima, «ci sono molti indizi che indicano come quello di Simone non sia stato un suicidio ma un omicidio: per questo chiediamo che le indagini giudiziarie vengano riaperte, e ci appelliamo a chi sa qualcosa di più su come sono andate le cose affinché la verità venga finalmente a galla».
Tra le interviste anche una alla senatrice Ilaria Cucchi.
A novembre dello scorso anno era apparso sul Tribunale di Busto Arsizio uno striscione che chiedeva «giustizia».
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