L’APPELLO
«Gli anziani si sentono abbandonati»
Tre incontri con gli ospiti della Rsa Madonna della Croce da giugno ad oggi, protesta dei familiari: «È un’esigenza fondamentale»

«Prima della pandemia qualcuno della famiglia andava a trovare mia mamma tutti i giorni. Ora, da giugno a oggi, siamo riusciti a incontrarla tre volte per quindici minuti. Sono molto preoccupata per lei, ma anche per tutti gli altri ospiti che, probabilmente, stanno vivendo una sorta di abbandono».
A parlare è una donna la cui mamma è ospite della Rsa fondazione Madonna della Croce. Qui, ma in generale nelle residenze sanitarie assistenziali, già colpite fortemente durante il periodo più duro del Covid-19, l’emergenza non è mai finita. Già perché, dopo quella sanitaria, ora è scattata quella degli affetti, dei sentimenti. Di quel contatto quotidiano che permette di vivere meglio sia a chi è arrivato all’autunno della sua vita, ma anche a chi, prima del coronavirus, stava loro accanto ogni giorno.
«In questo modo - racconta ancora la donna - è impossibile avere un rapporto umano». Gli incontri avvengono sul retro della struttura di Viggiù, nella palestra, dove l’anziano scende e resta dentro lo stabile, mentre il parente rimane distanziato e all’aperto. «Non voglio accusare nessuno perché la situazione è chiaramente complicata e a tutela della salute, ma sensibilizzare su questa nostra esigenza fondamentale. Altre strutture del territorio permettono almeno una visita a settimana e ci piacerebbe che ciò potesse avvenire anche alla Madonna della Croce. Queste persone, magari anche con gravi problemi di salute, vedono pochissimo i loro cari e, di conseguenza, la loro sfera emotiva ne sta risentendo parecchio. Chi è lucido sente una sorta di abbandono. Non una carezza, un abbraccio. È brutto dirlo: ma se non muoiono di Covid, potrebbero lasciarsi andare per una questione di solitudine. Chiediamo, appoggiandoci anche all’associazione Felicita, delle linee guida nazionali per tutte le realtà».
E la parente di un’altra ospite aggiunge: «Vedo mia mamma sempre più magra, perché si sente sola e mi chiede sempre di portarla via. Ci auguriamo che gli incontri in presenza possano essere aumentati con frequenza settimanale».
Sulla questione si sono sentiti i vertici della struttura per una replica: «Abbiamo ampliato da uno a tre i giorni in cui è possibile effettuare degli incontri - spiega il direttore sanitario Marco Bianchi - con l’obiettivo di poter svolgere un incontro ogni tre settimane. Purtroppo, stando alle disposizioni attuali, non abbiamo spazi per svolgere due incontri nello stesso spazio e, anche per l’inverno, stiamo valutando di svolgerli nei pressi dell’ingresso, per ospitare i parenti al riparo dal freddo, ma sempre col distanziamento richiesto. Siamo arrivati anche a effettuare una videochiamata a settimana e ci rendiamo conto che questa situazione crea disagio agli ospiti e, per questo, abbiamo riattivato alcune attività di socializzazione che possano far rivivere la quotidianità precedente alla pandemia, come la tombola o il ritorno in giardino».
Lo conferma anche il presidente Dario Gai: «Stiamo lavorando - aggiunge - per migliorare ulteriormente la situazione».
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