IN AULA
Violentata a 78 anni, l’amica testimonia in Tribunale
Varesino di 61 anni a processo. La donna è morta cinque mesi dopo i fatti, ma il figlio si è costituito parte civile
«È stato scioccante vedere la mia amica in quelle condizioni: quando mi ha aperto la porta di casa era nuda, piena di lividi, con due ciabatte di colori diversi, fuori di sé. Le ho chiesto che cosa le fosse successo e ha risposto: “Mi hanno violentata”». Così ha raccontato, davanti al collegio del Tribunale di Varese, la donna che per prima soccorse, nel giugno del 2022, l’anziana che ha poi denunciato un suo «amico di vecchia data» per violenza sessuale. Reato per cui l’uomo, 61 anni, è attualmente sotto processo.
ACCUSA E DIFESA
Un’accusa pesante – alla quale si aggiunge quella di lesioni personali – che l’imputato, difeso dall’avvocato Alberto Zanzi, ha sempre respinto e intende smontare nel corso dell’istruttoria iniziata ieri, giovedì 23 ottobre, a Palazzo di giustizia. Impossibile ascoltare in aula il racconto della persona offesa: la donna, che all’epoca aveva 78 anni, è infatti morta cinque mesi dopo i fatti, ma suo figlio si è costituito parte civile (con l’avvocato Giovanni Caliendo).
LA RICOSTRUZIONE IN AULA
«Mi telefonò e mi disse di andare subito da lei», ha proseguito l’amica pensionata. «Quando sono entrata mi ha detto che avrei dovuto farle delle medicazioni. Dai segni si capiva che c’era stato qualcosa di violento, non consensuale». La testimone ha detto di aver dovuto insistere per farsi rivelare ciò che era accaduto; poi è stata lei a chiamare il 112. La difesa ha invece sottolineato il fatto che, quando fu ascoltata dai carabinieri subito dopo l’episodio, riferì di essere stata chiamata soltanto per aiutare la vittima a «mettere a posto dei cassetti», senza alcun riferimento a episodi violenti. La donna ha poi spiegato di aver trovato la casa – in particolare il bagno, con asciugamani sporchi gettati a terra – messa a soqquadro. Una descrizione confermata dalla capo equipaggio dell’ambulanza del 118 intervenuta quel giorno di tre anni fa: «Il tinello era sottosopra. L’anziana disse che quell’uomo aveva cercato di penetrarla. E c’erano dei segni». Poi, ribadendo quanto già dichiarato durante le indagini, ha spiegato che l’anziana disse di essere stata picchiata, violentata e buttata a terra da un uomo che non sentiva da anni e che le aveva telefonato quel pomeriggio, per poi presentarsi a casa sua. Il biglietto con il numero di telefono del presunto aggressore era sul tavolo; quindi per gli inquirenti non fu difficile individuarlo e denunciarlo. Ma lui ha sempre negato di aver tentato, o consumato, un rapporto sessuale con la donna. Altri testimoni saranno sentiti nella prossima udienza, a gennaio 2026.
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