L’APPUNTAMENTO
Busto, la chiamata dei magistrati: «Venite a conoscerci»
Domani sera convegno aperto alla gente nell’aula Falcone e Borsellino, in tribunale a Busto Arsizio. Ci saranno anche i giornalisti Travaglio e Zurlo
Chi lamenta la distanza siderale tra la magistratura e il comune cittadino, spaesato quando finisce nei gangli della giustizia, non ha più scuse: domani sera, mercoledì 27 marzo (ore 21), nell’aula Falcone e Borsellino del tribunale di via Volturno a Busto Arsizio le toghe si apriranno alla gente per spiegare meccanismi che sfuggono ai più. Lo faranno in un convegno moderato dal presidente della sezione bustese di Anm Massimo De Filippo che avrà come opinionisti i giornalisti Marco Travaglio e Stefano Zurlo. Sarebbe un’occasione sprecata se tra il pubblico si presentassero solo autorità e addetti ai lavori. Perché nell’aula ci sarà un’urna in cui soprattutto chi non è del mestiere potrà inserire quesiti, richieste, chiarimenti, suggerimenti. Perché a parità di reati, pene diverse? Perché i tempi processuali sono imprevedibili? Perché c’è chi va in carcere e chi, mutatis mutandis, invece no? I componenti locali dell’Associazione nazionale magistrati darà risposte e coglierà spunti.
NUOVO MODO DI COMUNICARE
Non era mai accaduto prima ma l’epoca attuale, in cui tra riforme già attuate e previste, lo impone per evitare riletture sostanziali del concetto di democrazia: «L’Anm vuole cambiare registro comunicativo e questo sarà solo il primo di un ciclo di incontri divulgativi programmati per spiegare ai cittadini le ricadute, gli effetti e conseguenze che le riforme avranno su di loro», spiega De Filippo. I pro e i contro saranno analizzati da due penne del giornalismo che conoscono bene la materia . «Questi eventi sono organizzati da tutte le sezioni e le sottosezioni locali dell’Anm, segno evidente che la magistratura ha a cuore questi temi», sottolinea il giudice Rossella Ferrazzi, segretaria della sezione bustese. Il concetto illuminista di divisione dei poteri, serve ricordarlo, si contrappone al modello dello Stato assoluto e la Costituzione lo prevede in nome della democrazia. Ma sono troppi quelli che ignorano l’abc, ossia che sotto il nome di magistratura ricadano sia i giudici che i pubblici ministeri: eppure il tema caldo della politica ora è la separazione di questi due ruoli. Ma come può un cittadino esprimersi sull’argomento se non ne conosce neppure le definizioni basilari? Un salto in tribunale, domani sera, potrebbe chiarire le idee anche a chi sproloquia di “mandati di perquisizione” e si rivolge alla corte dicendo “vostro onore”.
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