L’OMICIDIO DI CAIRATE
Delitto Bossi: la lettera alla Rai e la proroga per l’autopsia
Accertamenti sulla corrispondenza di Caglioni in carcere. Carolo ora è pronto a parlare
Non è stata una delle idee più brillanti che potesse balenare nella testa di Michele Caglioni quella di inviare alla Rai il contenuto dell’interrogatorio che ancora non aveva reso. Ieri il pubblico ministero Francesca Parola ha disposto accertamenti sulla modalità con cui quella confessione manoscritta sia uscita dal carcere di Busto Arsizio e soprattutto il pm si è attivato per acquisire la missiva originale, senza la quale non sarebbe possibile alcuna valutazione in termini di violazioni.
RICHIESTA DI PROROGA
Fondamentale per le indagini sull’omicidio di Andrea Bossi sarà l’esito dell’autopsia. Il medico legale Luca Taiana ha chiesto una proroga di dieci giorni per il deposito, accordata dalla procura. Da una prima analisi del cadavere era già emersa la causa del decesso: un fendente alla giugulare che provocò un’emorragia velocissima. Ma era stato proprio Michele, il giorno in cui venne arrestato insieme a Douglas Carolo, a introdurre un elemento di novità, ossia l’aggressione del ventiseienne con un posacenere di ferro lungo settanta centimetri, usato probabilmente per stordirlo prima di accoltellarlo. Se così fosse, sulla teca cranica dovrebbe essere rimasta una lesione visibile. Anche su questo dato si gioca la credibilità del ventunenne - assistito dall’avvocato Luigi Ferruccio Servi - che dal 28 febbraio accolla l’esecuzione del delitto al solo Carolo.
MOVENTE DA CHIARIRE
È l’avidità la spiegazione più probabile per l’omicidio. Andrea era generoso, prodigo, soprattutto con gli amici. Ostentava lusso, sfoggiava gioielli, amava il glamour. Ma sul conto corrente aveva 350 euro. È possibile che la notte tra il 26 e il 27 gennaio non avesse da elargire niente a nessuno. È possibile che il credito di circa 4 mila euro che vantava con Douglas lo avesse maldisposto. È possibile che gli indagati avessero bisogno di denaro per far fronte ad altre spese e che vedessero nell’appartamento di Bossi un forziere pieno di tesori da rivendere. È possibile che il piano, finito in tragedia, fosse quello di derubarlo. Toccherà a Douglas - che è difeso dagli avvocati Vincenzo Sparaco e Giammatteo Rona - raccontare la sua versione al pm, l’interrogatorio è fissato per giovedì e l’intenzione espressa dal ventenne è quella di fare completa luce sulla sua posizione che, a detta dei legali, non sarebbe quella di autore del delitto.
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