Mafia
Imprenditori dicono no al pizzo: 22 arresti per mafia a Bagheria
I commercianti hanno raccontato anni di sottomissione al clan
Palermo, 2 nov. (askanews) - Durissimo colpo inferto a Cosa nostra nel "feudo mafioso" di Bagheria, alle porte di Palermo, grazie alla collaborazione di commercianti che per anni hanno subito il pesante giogo del pizzo. Stamani i carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito 22 provvedimenti restrittivi nei confronti di altrettanti capi e gregari del mandamento bagherese, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, sequestro di persona, danneggiamento a seguito di incendio.
Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Investigativo di Palermo con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno evidenziato la soffocante pressione estorsiva esercitata da temutissimi capi mafia che, dal 2003 al 2013, si sono succeduti ai vertici dell'organizzazione mafiosa.
Una cinquantina le estorsioni documentate grazie alla dettagliata ricostruzione fornita da 36 imprenditori locali che hanno trovato il coraggio, dopo decenni di silenzio, di ribellarsi al racket.
Lo scenario delle "imposizioni" si è presentato estremamente ricco e variegato in quanto, se pur particolarmente attento al settore dell'edilizia, incideva su ogni remunerativa attività economica locale, dai negozi di mobili e di abbigliamento, alle attività all'ingrosso di frutta e di pesce, ai bar, alle sale giochi, ai centri scommesse.
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