L’ASSEMBLEA
Legnano, Consiglio di fuoco dopo l’assoluzione di Fratus
La sentenza ha tenuto banco a Palazzo Malinverni
Come era facile prevedere, il primo consiglio comunale dopo la clamorosa assoluzione dell’ex sindaco Gianbattista Fratus e degli assessori Maurizio Cozzi e Chiara Lazzarini che si è tenuto nella serata di oggi, martedì 30 gennaio, si è trasformato in un uno scontro di piazza, nel quale centrodestra e centrosinistra non si sono risparmiati colpi bassi. A dispetto di un ordine del giorno assolutamente ordinario, lo spazio riservato alle comunicazioni si è trasformato in un confronto che in diverse occasioni ha travalicato i toni della politica per arrivare agli insulti. Se in apertura il consigliere Franco Colombo ha chiesto scusa all’ex sindaco Fratus e il consigliere Gianluigi Grillo si è limitato a puntare il dito contro il processo mediatico che ha travolto tre persone, con Leterio Munafò, Daniela Laffusa e Francesco Toia i toni di sono decisamente scaldati, tanto che Laffusa è arrivata a definire «bestie e miserabili» gli attuali componenti della maggioranza. Il presidente del consiglio Umberto Silvestri ha a sua volta alzato la voce in diverse occasioni, ricordando il divieto di applaudire e invitando al silenzio il pubblico, particolarmente numeroso per la presenza di diversi simpatizzanti della Lega. Alle 21.50 Silvestri è arrivato a minacciare la sospensione della seduta. Tra il pubblico, per esprimere la sua vicinanza a Fratus anche l’eurodeputata lombarda Isabella Tovaglieri: «Ho voluto partecipare alla seduta del Consiglio comunale di Legnano solo ed esclusivamente per attestare la mia solidarietà all’ex Sindaco Gianbattista Fratus e ai due colleghi di giunta assolti in secondo grado da tutte le accuse, e per manifestare la mia vicinanza agli assessori e ai consiglieri che facevano parte dell’Amministrazione Fratus e che sono stati travolti dal fango mediatico sia politicamente che sotto il profilo umano».
«Questa vicenda - ha continuato Tovagleri - impone due riflessioni. La prima è che nessuna sentenza di assoluzione potrà compensare l’ex Sindaco di Legnano e la sua famiglia per quanto hanno dovuto passare: l’opinione pubblica aveva infatti già condannato Fratus prima della celebrazione di un regolare processo e ancora oggi, per una parte della cittadinanza, l’ex primo cittadino rimane colpevole, in quanto il trafiletto riservato alla sua assoluzione non ha avuto un peso paragonabile al risalto mediatico dato alle indagini a suo carico.
La seconda riflessione è che, alla luce di questi fatti, non dobbiamo stupirci se la disaffezione dei cittadini verso la politica continua ad aumentare, soprattutto verso la politica attiva: non è un caso che ci dobbiamo ridurre a chiedere l’istituzione del terzo mandato per i Sindaci dei comuni con più di 15 mila abitanti perché non ci sono più persone disposte a mettersi al servizio della collettività a fronte di rischi sotto il profilo giudiziario che non sono minimamente compensati dagli emolumenti».
«Infine - ha concluso l’eurodeputata -, se vogliamo davvero essere un Paese garantista, dobbiamo ricordarci che il garantismo non deve esistere solo a tutela dell’indagato, ma anche dei cittadini, che a Legnano sono stati privati del Sindaco e dell’Amministrazione che avevano eletto democraticamente, una maggioranza sostituita da una giunta di sinistra eletta anch’essa democraticamente, ma grazie a una campagna elettorale impostata sulla strumentalizzazione politica e sulla delegittimazione della maggioranza di centro-destra».
© Riproduzione Riservata