Lavoro
Poletti attacca contratto e orario lavoro, l'ira dei sindacati
Ministro:ora-lavoro attrezzo vecchio. Camusso: basta,gente fatica
Roma, 27 nov. (askanews) - Dalla laurea, meglio se conseguita presto pure con un voto basso, alla ridefinizione del contratto nazionale dove l'orario di lavoro, "attrezzo vecchio", non deve più essere l'unico punto di riferimento per la retribuzione. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ora mette nel mirino la contrattazione, materia sempre lasciata all'autonomia delle parti sociali.
Dal palco di un convegno sul Jobs act all'università Luiss, il ministro sollecita una riflessione sui contratti di lavoro per misurare l'apporto della prestazione d'opera, scatenando l'ira dei sindacati. "Bisogna immaginare un contratto che non abbia come unico riferimento l'ora-lavoro, ma la misurazione dell'apporto dell'opera - dice Poletti - la misurazione ora-lavoro è un attrezzo vecchio e frena rispetto a elementi di innovazione".
Il leader della Cgil, Susanna Camusso, è durissimo: "Bisogna smettere di scherzare quando si parla di temi del lavoro. Bisogna ricordarsi che la maggior parte delle persone fa un lavoro faticoso. Non capisco perché devono essere sostitutive (ore lavoro, ndr) di quelli che invece sono strumenti di regolazione dell'effettiva prestazione dei lavoratori. Altrimenti si finisce come sul sistema dei voucher, scopriamo che si paga un voucher e si fa tanto nero".
Il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, ha "la sensazione che si vogliano far passare per idee di modernità concetti da liberismo sfrenato. A ogni buon conto, un ministro del Lavoro non può pensare di affrontare temi del genere con annunci spot a uso giornalistico".
Negativo anche il giudizio della Cisl. "E' molto meglio che il ministro del Lavoro si concentri sulle politiche attive o sull'abuso che si sta facendo dei voucher, piuttosto che dare indicazioni sul modello contrattuale - tuona il segretario confederale Gigi Petteni - il ministro lasci lavorare i contrattualisti del sindacato e le altre parti sociali sulla riforma dei contratti e sulle forme di partecipazione dei lavoratori alla vita dell'impresa. Ciascuno faccia il proprio mestiere".
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