Senato
Senato approva dimissioni,Minzolini: ho sconfitto giustizialisti
Nessuna sorpresa nel voto segreto, 142 sì e 105 no
Roma, 20 apr. (askanews) - Alla fine si descrive "sollevato",
come un ragazzino "all'ultimo giorno di scuola". Il Senato ha
approvato le sue dimissioni con 142 sì e 105 no: Augusto
Minzolini dice addio a palazzo Madama a un mese di distanza da
quel 16 marzo in cui quella stessa aula lo aveva salvato dalla
decadenza prevista dalla legge Severino per una condanna per
peculato.
Quella volta c'era il voto palese e l'ormai ex senatore di Forza
Italia fu salvato anche grazie a un drappello di esponenti del
Pd. Ne scoppio un caso politico, con il M5s che accusò i dem di
inciucio e lo stesso ex segretario Matteo Renzi che prese le
distanze dalla scelta di lasciare ai senatori libertà di
coscienza.
Questa volta, invece, lo scrutinio è stato segreto, il Pd con il
capogruppo Luigi Zanda si è dichiarato a favore delle dimissoni,
e il voto non ha riservato alcuna sorpresa. Era stato lo stesso
Minzolini a promettere, già di fronte alla Giunta per le
immunità, che avrebbe presentato le sue dimissioni anche se
l'aula gli avesse evitato la decadenza. E oggi, prima del voto,
l'ex direttore del Tg1 è intervenuto da una parte per fare dei
ringraziamenti, dall'altra per togliersi qualche sassolino dalla
scarpa. Quel giorno, afferma, ci è stata "una prova di coraggio
di non poco conto" che "ridà respiro non solo alle istituzioni ma
alla politica intera", in quell'occasione, per Minzolini, è stata
scritta "una bella pagina" in cui "il Senato è tornato ad
assumere il ruolo che gli compete".
"Io - osserva - non ho nessun obbligo, il mio è un gesto di
coerenza politica. Questa non è la partita di ritorno del voto
del 16 marzo, i giustizialisti quella partita l'hanno già persa".
Un chiaro riferimento al Movimento5stelle. Dicono - osserva - di
aver votato per la decadenza "per rispetto della legalità, in
ossequio al principio per cui la legge va applicata sempre in un
senso senza tenere conto dei casi specifici. Una posizione che
ricorda le parole del gran sacerdote del Tempio, Caifa, che
chiedeva la morte di Cristo: 'così chiede la legge'".
Ma la risposta di Vito Crimi a nome dei pentstellati sembra
essere più rivolta al Pd che allo stesso Minzolini. "Avevamo
previsto - afferma - che qualche giorno dopo Renzi se ne sarebbe
lavato le mani e così è stato. Renzi è stato il vero Ponzio
Pilato", "questa è la partita di ritorno di quel voto, è
l'occasione per Renzi e il suo partito di riscattarsi da quel
voto perché hanno capito quanto danno ha fatto".
"Ingiustizia è fatta", commenta invece il capogruppo azzurro,
Paolo Romani. "La vicenda Minzolini, conclusasi oggi con le
dimissioni accettate dall'aula, dimostra ancora una volta -
rimarca - l'atteggiamento arrendevole della politica pur in
presenza di una decisione della magistratura piena di ombre e di
anomalie".
Pol/Bac
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