Stretti stretti si cresce meglio
Ho cominciato a riflettere seriamente sul valore del babywearing, il portare in fascia il bébé, nel 1996, leggendo queste parole del bellissimo libro di Bruce Chatwin Anatomia dell'irrequietezza: I bimbi bruno-dorati dei cacciatori boscimani del Kalahari non piangono mai e sono tra i bambini più contenti del mondo. Sono felici della loro sorte... Perché crescono così bene? (...) Non sono mai lasciati soli fino all'età di tre anni e più. Stanno vicini al seno della madre in una fascia di pelle e il lieve ondeggiare della camminata li culla e li contenta. Quando una mamma culla il suo bambino imita inconsapevolmente la buona selvaggia che cammina adagio per la savana erbosa, proteggendo il suo piccolo dai serpenti, dagli scorpioni e dai terrori della boscaglia». Lo scrive il pediatra Franco De Luca nella prefazione di «Lasciati abbracciare» di Licia Negri (Mental Fitness, 24 euro), il libro manuale che insegna come si portano i bambini in fascia e perché conviene farlo. «Nella mia esperienza - dice Lica Negri - portare è stato sinonimo di abbracciare, un modo di mettersi in ascolto dei miei bisogni e di quelli di Luca, il mio bambino. Abbracciarci ci ha aiutato a crescere. Quando parlo di abbraccio intendo quello vero; non quello sfiorato, quasi di cortesia. L'abbraccio che avvolge, protegge e nel quale ci si può lasciar andare. Quello che si respira».
Il libro affronta i diversi temi del portare in fascia avvalendosi di una vasta e comprovata letteratura scientifica, tanto da essere considerato uno tra i più completi sull'argomento. Ampia la ricerca di fonti autorevoli, medici ed esperti, non meno importanti le testimonianze di oltre 1.300 genitori. Del resto è comprovato: da un contatto fisico con noi, da una posizione sicura, i bambini possono facilmente conoscere ciò che a loro è sconosciuto. Tutto si affronta con protezione e gradualità. Ma portare è un'abitudine benefica anche per i genitori, come racconta una mamma nel libro: «Portare mi ha aperto il cuore. Ho scoperto ferite che mi portavo dentro e mi ostacolavano nelle relazioni, Dopo averle scoperte, ho potuto lavorarci e crescere. Ho scoperto quanto mi fa bene e mi guarisce il contatto fisico affettuoso e giocoso».
L'importante è che «il portare» avvenga in modo corretto, per far sì che questa abitudine sia sana e salutare. Il rispetto della fisiologia di mamme a bambino, l'attenzione alla colonna vertebrale e alle anche è fra i temi affrontati nel dettaglio in questo libro che regala un punto di vista non solo psicologico ed emotivo, ma anche fisico in termini di sicurezza e di anatomia, introducendo il concetto di corretto portamento in fascia, perché lo sviluppo del bambino è fondamentale (come pure la schiena della madre) e va seguito in base alla sua costante crescita. Uno dei temi centrali del manuale di 362 pagine è la necessità di costruire un rapporto di fiducia tra genitori e figli fin dall'inizio, affatto scontato. Per i bambini essere amati e tenuti in braccio non è un optional, è semplicemente vitale e matura quel senso di sicurezza che porta a una comprovata e intima relazione tra le due parti. Se un bambino si sente al sicuro da piccolo sarà un adulto più soddisfatto. Martha e William Sears, autori del testo «The baby book», sostengono che il contatto che si crea quando un bambino è portato reca come beneficio una maggiore consapevolezza, per i genitori dei bisogni del figli, per il bambino della capacità di comunicare loro ciò di cui ha bisogno.
Infine, non meno importante è il capitolo dedicato all'abbraccio in situazioni particolari, perché abbracciare e lasciarci abbracciare sono un «potente antidoto per alleviare disagio emotivo o fisico». Si parla di momenti in cui ci troviamo di fronte a qualcosa d'inaspettato, che prima di viverlo avremmo considerato lontano da noi. Nel caso dell'adozione per esempio, il contatto fisico con rispetto diventa imprescindibile per creare un primo incontro, nutrito di quell'amore che prosegue per tutta la vita. Oppure post partum, durante un eventuale «baby blues», quando stringere una relazione forte dà duplice sostegno alla mamma un po' depressa e al bambino, generando equilibrio emotivo e fisico.
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