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Il forte caldo e la canicola di questi giorni sta mettendo a repentaglio la vita delle trote nell’incubatoio, già di per sè a rischio chiusura, dei pesci di Maccagno con Pino e Veddasca.

Non solo, nei fiumi e nei torrenti scende il livello dell’acqua con un conseguente innalzamento di temperatura, con il rischio che i pesci rimangano in piccole pozze su cui batte implacabile il sole: tutto ciò porta l’acqua a una temperatura non idonea per la vita dei salmonidi.

Il grido d’allarme arriva da Luino e a lanciarlo sono stati i pescatori dell’associazione Alto Verbano, coloro che da tempo portano avanti una vera e propria battaglia civica per il sostentamento dell’impianto di Maccagno. «Quella attuale - dicono i pescatori - è una di quelle situazioni in cui noi interveniamo senza mettere in giro i cartelli, per salvare i pesci e l’ecosistema che vi ruota intorno. Anche per questo ci fa arrabbiare sapere che esiste una norma che ci equipara semplicemente a coloro che buttano la canna da pesca al lago per prendere un po’ di pesce. Nessun ente si prende la briga di controllare i pesci, sponde e fondo, per vedere se ci sia abbastanza acqua, se la temperatura non è eccessiva. Noi sì. Ed è quanto invece sta accadendo in questi giorni perché fiumi e laghi sono un brodo.

Stanno morendo anche alcune trote all’incubatoio perché il surriscaldamento anche di pochi gradi dell’acqua porta le trote marmorate ad ammalarsi e morire. Temiamo - proseguono - per le 40.000 unità che abbiamo rilasciato nelle settimane scorse nel Margorabbia a Luino, ci stiamo dando da fare per capire se è possibile venire in loro aiuto in qualche modo».

È allarme canicola anche nei corsi d’acqua ticinesi, da nord a sud del cantone, dove squadre di tecnici e pescatori stanno aiutando le specie tramite la rinaturazione dei bordi dei fiumi e del fondo di essi, per dare un po’ di respiro alle specie.

Simone della Ripa

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