ROMA
Adoc, sale la spesa in cure dei cittadini e per l'intramoenia
(ANSA) - ROMA, 07 MAG - Spesa pubblica per la sanità in calo
mentre aumenta quella delle famiglie; posti letto persi; medici
e infermieri insufficienti, sempre più precari e in là con gli
anni; liste di attesa che si allungano; numero di italiani che
rinuncia alle cure in crescita. È l'impietoso ritratto della
sanità pubblica in Italia realizzata da Adoc ed Eures in un
rapporto presentato a Roma in occasione del lancio della
campagna 'No alla povertà sanitaria. La salute non è un
privilegio ma un bisogno primario'. La spesa diretta delle
famiglie, tra il 2012 e il 2022, è passata da 31,5 a 36,8
miliardi di euro (+16,9%), pari ad una spesa media mensile di
113,5 euro. In crescita, anche la spesa per assistenza
intramoenia, che nel 2022 si attesta a 1,18 miliardi di euro con
un incremento dell'8,5% rispetto al 2021 e del 5,3% sul 2016.
"Non possiamo più ignorare il fatto che sempre più persone,
soprattutto le più vulnerabili, stanno rinunciando alle cure a
causa della diminuzione della spesa sanitaria e
dell'inasprimento delle proprie condizioni economiche", ha
affermato la presidente Adoc nazionale Anna Rea. "Tutti i
cittadini hanno un eguale diritto alla salute, ma nel nostro
Paese non è più così: solo chi ha soldi si cura".
Dal rapporto, che rielabora dati istituzionali, emerge un
quadro preoccupante. Nonostante la crescita in termini assoluti,
la spesa sanitaria pubblica "in termini reali" è "in flessione
del 3,7% tra il 2021 e il 2022 e dello 0,8% rispetto al valore
del 2020". Se si guarda alla spesa pro-capite, in confronto agli
altri Paesi europei, l'Italia, con 2.180 euro spesi per
cittadino, è indietro nei confronti della gran parte dei Paesi
europei: la Germania spende 4.641 euro, la Norvegia 4.445 euro,
la Francia 3.766. (ANSA).
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