L’affitto? Breve è meglio
Cara. Anzi, carissima dolce casa (in affitto). Si può sintetizzare così quello che sta succedendo in provincia di Varese e, verosimilmente, un po’ ovunque, sulle locazioni lunghe. Non solo il costo di affittare casa, negli ultimi due anni, è letteralmente esploso, con aumenti percentuali decisamente superiori all’inflazione. Ma, in più, le case in affitto non si trovano praticamente più. Insomma: poca offerta e tanta domanda. Risultato? Rincari. E che rincari, come si vede nel box qui accanto.
GLI ESPERTI
Sull’argomento Prealpina ha interpellato tre vicepresidenti provinciali di Fimaa, Federazione italiana mediatori agenti d’affari, la più grande associazione del settore dell’intermediazione in Italia, collegata a Confcommercio: «Il problema affitti», dice Dino Vanetti, referente su Varese città, «sta diventando importante. Da una parte l’aumento dei tassi di interesse sui mutui, ha spinto molte persone che cercavano una nuova sistemazione verso il mondo delle locazioni. Dall’altra, anche se Varese non raggiunge i picchi di certe città turistiche, molti proprietari di immobili hanno optato per gli affitti brevi. E così se sulla Prealpina si pubblica l’annuncio di una casa in affitto per il classico 4più4, sono certo che in due giorni chiamerebbero cinquanta persone. Inoltre chi affitta sta molto più attento rispetto al passato, chiedendo locatori referenziatissimi. Per esempio, in molti casi, per i migranti, è difficile affittare. Ho dei clienti meravigliosi, italiani di origine straniera, integrati, con lavoro fisso, famiglie splendide, che faticano tantissimo a trovare una soluzione».
LAGO MAGGIORE E MALPENSA
Nell’area del Lago Maggiore e di Malpensa, il referente di Fimaa, Boris Preti, parla di «situazione drammatica». A quanto detto sul capoluogo, si aggiunge una questione puramente economica, a favore degli affitti brevi. «Quando ci si trova con un inquilino moroso, per uno sfratto ci vogliono uno/due anni, con un aggravio importante di risorse. Ora, sulle locazioni lunghe ci sono stati degli aiuti positivi, come la cedolare secca del 21% però, a oggi, non è più sufficiente. Un esempio: recentemente abbiamo avuto decine di richieste di insegnanti che arrivavano a lavorare a Sesto Calende dal sud Italia e che, dall’oggi al domani si dovevano trasferire qui, ma hanno avuto molta difficoltà a trovare una sistemazione».
BUSTO ARSIZIO
Stesso copione a Busto Arsizio. «Registriamo», spiega Isabella Colombo, referente Fimma per quest’area, «una crescita della domanda, ma un’offerta che è rimasta invariata. Si affitta poco e i proprietari che hanno avuto alcuni problemi di morosità, hanno preferito vendere. A questo si aggiunge una certa esigenza di una fascia di inquilini che cercano immobili belli, super accessoriati, meglio ancora se già arredati e in un contesto di un certo tipo. Chi si accontenta di qualcosa di più spartano, invece, rischia di portarsi in casa 7-8 persone in un bilocale. In generale, tutto ciò fa schizzare in alto i prezzi, perché i proprietari si rendono conto di avere per le mani qualcosa di ambito».
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