L’EPISODIO
Al centro commerciale con la droga nelle mutande: arrestato
In manette un 20enne che portava con sé centoventi grammi di hashish: «L’ho comprata per un amico nei boschi dal “Lungo” e gli ho fatto la cresta»

Quando i carabinieri della Stazione di Gavirate l’hanno fermato per un controllo nei pressi del centro commerciale di Cocquio Trevisago, il giovane marocchino nascondeva quasi trenta grammi di hashish nel borsello e altri novanta nelle mutande. Droga che il ventenne, immigrato clandestino, ha poi dichiarato di aver comprato nei boschi della Valcuvia per conto di un amico, peraltro facendo “la cresta”, cioè intascandosi cento euro.
LA DINAMICA
L’extracomunitario è stato quindi arrestato, nel tardo pomeriggio di venerdì 20 giugno, per detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio. Dopo una notte in camera di sicurezza, il ragazzo - che vive a casa di una zia in un paese sul lago Maggiore - è comparso ieri mattina, 21 giugno, in Tribunale a Varese, davanti al giudice Luciano Luccarelli, che ha convalidato il provvedimento dei militari dell’Arma. Alla luce della quantità di “fumo” sequestrata, infatti, il magistrato ritiene che sia evidente l’attività di spaccio.
DROGA SU COMMISSIONE
Del resto, lo stesso marocchino ha ammesso di aver comprato la droga, nei boschi tra Cocquio Trevisago e Orino, per poi cederla a chi gli aveva commissionato l’acquisto. «Un mio amico mi ha chiesto di prendergli un panetto di hashish - ha spiegato nell’interrogatorio -. Io gli ho detto che costava 500 euro, ma in realtà l’ho pagato 400 e i 100 di resto me li sono tenuti per acquistare altro hashish per me. Diciamo, insomma, che ho fatto tutta quella strada per cento euro». Quando il giudice gli ha chiesto il nome dello spacciatore, l’arrestato ha detto di non saperlo ma di conoscere soltanto il suo soprannome: “Il Lungo”.
OBBLIGO DI FIRMA
Per il ventenne - che ha dichiarato di lavorare, in nero, come muratore - il pubblico ministero Monica Crespi ha chiesto la misura cautelare dell’obbligo di firma in caserma, tutti i giorni della settimana; istanza accolta da Luccarelli, che ha poi rimesso in libertà il ragazzo. Il suo difensore, l’avvocato Paola Bardelli, ha chiesto un termine a difesa, e il processo per direttissima è stato rinviato a lunedì 30 giugno.
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