L’INCHIESTA
Albergo o casa di riposo? Sigilli
Carabinieri al San Giacomo: difetto di autorizzazioni. Quindici anziani ospiti trasferiti in altre strutture

Il viavai di auto dei carabinieri non è passato inosservato, nella giornata di mercoledì 1 febbraio, a Cuveglio.
In via Provinciale 3, dove sorge l’albergo San Giacomo, era in corso lo sgombero degli ospiti, quindici tra anziani o disabili, presenti nella struttura. Ma che però non aveva le necessarie autorizzazioni per poter gestire questo tipo di clientela, è la contestazione della Procura della Repubblica varesina.
Su suo mandato hanno quindi apposto i sigilli i carabinieri della stazione di Cuvio, provvedendo anche, con la fattiva collaborazione dell’Ats Insubria, a ricollocare gli ospiti.
Alcuni di essi sono stati presi di nuovo in carico dai familiari, altri sistemati in case di riposo regolari. Dalle 9 di ieri mattina e fino alle 17, lo sgombero è proseguito e completato con l’apposizione dei sigilli. Conosciuto in valle come Bussola 2, nell’albergo erano in precedenza di casa i richiedenti asilo, prima che subentrassero i soci che hanno dato vita alla San Giacomo.
Ad accudire gli ospiti c’era diverso personale.
Il sindaco di Cuveglio Giorgio Piccolo, senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria, ricorda che inizialmente c’erano una trentina di ospiti.
«Quando poi l’Ats ha avvisato delle irregolarità, da inizio anno alcuni sono stati trasferiti per volere dei famigliari», dice.
Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Luino sono partite in seguito a una denuncia giunta all’Arma, che ha quindi posto sotto la propria attenzione la San Giacomo per diverso tempo.
Il reato del quale dovranno rispondere i titolari è di esercizio abusivo di professione sanitaria, in quanto di fatto si tratta di un hotel trasformato in casa di riposo.
Di tutt’altro avviso è il direttore dello stabile di via Provinciale, Eros Schincaglia, che spiega come la richiesta per essere una Rsa fosse stata avanzata nel luglio 2016, «quando abbiamo aperto - spiega -. Oggi invece sono arrivati i carabinieri, hanno sgomberato gli ospiti e chiuso tutto, dicendo che non abbiamo l’abilitazione per lavorare con gli anziani. Ma sono loro che decidono di vivere in albergo, per una settimana o un mese o per sempre, come preferiscono. Anzi, da alcuni di questi ultimi era anche stata avanzata la richiesta di prendere la residenza proprio alla San Giacomo, ora bloccata».
Schincaglia spiega anche che «inseguivamo il sogno di farne una struttura residenziale del tipo di quelle che si trovano in Liguria, dove si lasciano, magari per un tempo limitato, i propri cari. Nella nostra struttura operava una cooperativa onlus che porta lo stesso nome, San Giacomo, formata da personale asa e oss».
Gli ospiti venivano da tutta la provincia, e avevano anche meno di 65 anni.
«C’era una persona down di 50 anni, che in una rsa non può andare perché ha meno di 65 anni, a meno che non ci sia la deroga dell’Ats. Tutti i nostri ospiti erano di fatto autosufficienti».
Che cosa farete ora?
«Chiederemo il dissequestro».
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