L’INCHIESTA
Crollo assassino: due davanti al Gup
Chiesto il rinvio a giudizio per ingegnere e imprenditore ritenuti responsabili del cedimento di via Marconi

Tragedia in via Marconi: nei giorni scorsi l’avvocato Luca Abbiati ha depositato una memoria difensiva incentrata sulla consulenza cinematica di parte la cui essenza difensiva è: «Giovanni Antonio Bellora non ha alcuna responsabilità nella morte delle tre vittime e nelle lesioni riportate dalla sopravvissuta. Non aveva gli strumenti per capire che la tettoia crollata il 24 giugno fosse pericolosa».
Il pubblico ministero Nadia Calcaterra ha comunque firmato la richiesta di rinvio a giudizio sia per il proprietario dell’ex Bellora, Colombo appunto, SIA per l’ingegnere progettista della gronda assassina, Cesare Gallazzi.
Andranno entrambi quindi davanti al gup con le accuse di omicidio colposo e disastro colposo, ossia di aver cagionato il crollo della pensilina di cemento armato per colpa, negligenza, imprudenza e imperizia.
Quel che accadde il 24 giugno in via Marconi, secondo gli inquirenti, si sarebbe potuto scongiurare, ma gli imputati sceglieranno di smontare la ricostruzione in sede di dibattimento. Salvo previ risarcimenti, gli avvocati Matteo Bonatti e Lara Paladino si costituiranno parte civile per Noureddine Hannach, l’uomo che sotto le macerie ha perso moglie e due bimbi, e per la quarantenne investita dalla valanga di calcinacci e laterizi e sopravvissuta per pura casualità.
Gallazzi, a parere degli inquirenti, nel settembre del 1991 - chiedendo la concessione edilizia per l’area dell’ex cotonificio - avrebbe dichiarato falsamente l’assenza di opere in cemento armato, manufatti cioè che avrebbero comportato la denuncia all’allora Genio civile e l’espletamento burocratico conseguente. In violazione delle basi della scienza delle costruzioni, avrebbe progettato quel cornicione di 71 metri che ha ucciso Fouzia Taoufiq e i suoi due bimbi, senza garantirne la stabilità, ossia senza aggiungere un contrappeso. Non avrebbe neppure supervisionato adeguatamente, diretto e magari corretto la realizzazione di quella pensilina.
Colombo - sempre a parere del pm Calcaterra e dei consulenti da lei nominati che hanno svolto la perizia cinematica - dal 2012 avrebbe omesso di adottare le opportune cautele davanti a vistose fessurazioni, indicative di instabilità della trave gronda, a deformazioni strutturali tra cui lo scollamento del paramento in mattoni sormontante la tettoia in calcestruzzo. Sarà un processo molto tecnico.
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