LO SKIPPER E LA MOGLIE
Anna e Claudio, il ricordo di Lisanza
Sposati da un anno, vivevano sulla barca

Difficile e probabilmente fuori luogo provare a raccontare, senza conoscerli, la storia di Claudio Carminati e di Anna Bozhkova, i proprietari dell’imbarcazione che domenica scorsa, 28 maggio, è affondata davanti alle sponde di Lisanza, piccola frazione di Sesto Calende. Soprattutto perché lui è sopravvissuto al disastro, mentre lei ha perso la vita nelle acque del lago Maggiore.
Erano una coppia, sposati dall’anno scorso con rito civile a Monvalle, dove lui ha la residenza effettiva, ma avevano scelto di vivere a bordo proprio dell’imbarcazione che si è inabissata nel tardo pomeriggio di domenica. Insieme al marito e alla moglie, di origine russa, viveva il loro vecchio bastardino, morto anche lui nella tragedia. Carminati è del 1963 e da una decina di anni ha fatto della Good…uria, questo il nome del natante, il suo lavoro. Nel ruolo di skipper portava, infatti, i visitatori a fare gite turistiche sul Verbano. È conosciuto nello storico borgo di Lisanza dove tutti sono sgomenti e cercano di capire cosa sia successo.
«Viene, e spero tornerà presto, a prendere il caffè da noi. Lei invece la incontravo di rado. Era molto che non la vedevo» racconta il gestore di uno dei locali più noti del luogo, dove a fil di voce non si parla d’altro. «L’ultima volta che lui è stato qui mi ha spiegato che la stagione stava iniziando bene e che avrebbe avuto molto lavoro con il periodo estivo».
Anche al cantiere nautico Piccaluga, dove la barca era ormeggiata quando non veniva usata per uscire sul lago, lo skipper è un volto noto e per molti anche un amico. «Lo incontravo spesso in questo mondo, un po’ ristretto e riservato, dove tutti però si conoscono» ricorda una donna, anche lei cliente del centro di rimessaggio lisanzese. «Anche noi eravamo fuori in barca domenica con degli amici. Per fortuna eravamo più vicini e siamo riusciti a tornare appena prima che scoppiasse il temporale e a metterci in salvo. Il cielo è diventato improvvisamente nero e abbiamo deciso di fare subito ritorno. Claudio, che tutti chiamano con il soprannome Goduria, che poi è quello della sua barca, non è invece riuscito a tornare in tempo».
Forse pochi minuti che avrebbero fatto la differenza, ma che invece hanno portato alla morte quattro persone tra cui Bozhkova, una bella donna bionda di cinquant’anni residente a Sesto Calende che ora viene pianta da chi la conosceva.
«Era una cara amica», riesce a dire cercando di trattenere le lacrime una signora che ha voluto parlare con La Prealpina. «Era venuta in Italia nel 2006, mi pare, o nel 2007. L’ho conosciuta perché ha fatto per dieci anni la badante di mio padre ed eravamo entrate in confidenza, eravamo diventate amiche. Anche sua sorella, che ora è distrutta e non si capacita, fa lo stesso lavoro ad Angera».
Si è appreso che la vittima del naufragio, una volta arrivata a Sesto Calende, aveva voluto imparare la nostra lingua e si era iscritta alla Scuola di italiano per stranieri, e circa dieci anni fa, dopo aver frequentato i corsi, aveva ottenuto il livello B2, quello che permette di parlare con scioltezza e spontaneità una lingua diversa dalla propria. Integrata, sposata e con tanti amici che la piangono la vittima pare aiutasse il marito a gestire l’attività turistica sistemando l’imbarcazione per gli ospiti in arrivo e accompagnandoli durante le uscite.
Tra le stradine di Lisanza, in un lunedì mattina ancora invaso da una forte pioggia, quello di ieri, la gente era poca, i negozi come di consueto chiusi e tutti guardavano il lago che ha tirato davvero un brutto scherzo a un gruppo di persone che aveva deciso solo di divertirsi durante una domenica di svago.
«La morte sul lago è stato il mio primo e unico incubo da piccolo», dice Roberto Caielli, di Insieme per Sesto e residente nella frazione da sempre. «La mia memoria va ai nostri pescatori che annegarono in un lontano inverno degli anni ‘30, ricordati al cimitero da una lapide senza tomba». Alla quale si aggiungerà anche quella di Anna e delle altre tre vittime.
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