L’INDAGINE
Bambini picchiati in comunità
Episodi di violenza e abbandono in una struttura di accoglienza per minori sottratti ai genitori

Bambini maltrattati, picchiati, trascurati come nemmeno sarebbe successo se fossero rimasti a casa loro, con i genitori ai quali sono stati sottratti. È questa l’ipotesi investigativa sulla quale stanno lavorando gli agenti del Commissariato di via Ragazzi del ‘99, coordinati dal pubblico ministero Stefania Brusa, che pochi giorni fa hanno perquisito la comunità di accoglienza sotto indagine e sequestrato abbondante documentazione sugli ospiti e sulle convenzioni con gli enti che, in completa buona fede, hanno collocato i minori lì.
Impossibile, per ovvie ragioni, svelare il nome della onlus o la zona di Gallarate nella quale ha sede. Ne andrebbe della privacy delle eventuali vittime e pure delle garanzie alle quali hanno diritto gli indagati, incolpevoli fino a prova contraria.
Due quelli che domattina verranno interrogati negli uffici diretti dal commissario capo Luigi Marsico, ossia il rappresentante della cooperativa e l’amministratore di fatto, entrambi assistiti dall’avvocato Francesca Cramis.
Lo scenario è quello della classica struttura che riceve contributi per recuperare ragazzini disagiati, adulti emarginati a causa delle loro condizioni fisiche, psichiche o socio-economiche o di patologie psichiatriche, creata per dare protezione alle mamme in fuga da uomini violenti con i loro bimbi, per rieducare e reinserire i soggetti difficili.
Ebbene, stando a quanto avrebbe riferito chi, alcuni mesi fa, ha deciso di rivolgersi alla polizia, lì dentro le condizioni di vita erano penose, caratterizzate da vessazioni tali da permeare l’ambiente di un senso di crudele abbandono e di totale infelicità. Erano ignorati i basilari bisogni affettivi e pedagogici, agli educatori non erano concessi gli strumenti per svolgere il loro lavoro. Soltanto la loro buona volontà e lo spirito di servizio regalavano un po’ di serenità ed effettivo sostegno. Ciò almeno è quanto emerge dalle segnalazioni che hanno innescato gli accertamenti.
I rapporti tra gli ospiti erano promiscui e a quanto pare gli indagati non se ne preoccupavano e non provvedevano alla sorveglianza: tra gli episodi al vaglio degli inquirenti c’è quello di un preadolescente che pretendeva rapporti da una bambina di sette anni.
Ragazzine che praticavano autolesionismo, minori affidati alle cure di una degente invalida al 100 per cento, che con i suoi gravi disturbi psichiatrici aveva il compito di accompagnarli in oratorio. E poi sarebbero stati registrati inquietanti deficit sul piano dell’alimentazione: a settembre capitò che non ci fossero forniture sufficienti per la colazione, saltata de plano per poi passare a un pranzo fatto di briciole. L’indomani, non essendo arrivate provviste, l’amministratore di fatto pensò di metterci una pezza servendo agli ospiti una colomba soffice scaduta a luglio.
Niente paghette giornaliere, tanto che alcuni educatori compravano e distribuivano merendine di tasca loro.E chi non teneva in ordine i propri spazi prendeva schiaffi.
Un quadro allarmante, se dovesse trovare conferme. Tre settimane fa, un altro caso di maltrattamenti a danni di minori, in questo caso in un asilo di Cocquio Trevisago.
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