L’INTERVENTO
Bastonate a Ballarati, Vannacci: «Questa è la sinistra»
Sui social l'eurodeputato ha commentato la notizia di Prealpina

«Andrea Ballarati, giovane militante identitario, è stato brutalmente aggredito da un branco di venti criminali incappucciati. Bastonate, spranghe, contusioni». Inizia così il post pubblicato su Instagram dall’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci, a commento di un articolo della Prealpina sulla vicenda.
«È inaccettabile che, in Italia e in Europa, si venga aggrediti per aver espresso le proprie idee - ha detto il generale -. Parlano di democrazia, ma si comportano da intolleranti, violenti e criminali. Questo è il vero volto della sinistra, la stessa che vorrebbe coprire con l'immunità Ilaria Salis indagata per aver spaccato la testa a chi non la pensava come lei. Oggi, chi difende la Patria viene trattato come un bersaglio. Ma sappiano una cosa: non ci piegheremo. Né spranghe né minacce ci faranno arretrare. La nostra lotta per identità, sovranità e sicurezza va avanti, più forte di prima. La remigrazione non si ferma: galoppa. E ogni attacco non fa che rafforzare la nostra determinazione. Se volevano intimidirci, hanno ottenuto l’esatto opposto».
IL COMMENTO DI BARDELLI (TEAM VANNACCI VIDOLETTI)
«Quanto accaduto ad Andrea Ballarati, promotore del Remigration Summit di Gallarate, è la chiara dimostrazione del clima tossico che ormai domina in Italia e in Europa - ha aggiunto Stefania Bardelli, presidente del Team Vannacci Vidoletti Varese -. Un giovane patriota viene aggredito a sprangate, in un prato, durante una semplice grigliata tra amici. La sua “colpa”? Voler parlare liberamente del futuro della nostra nazione. Questo non è attivismo: è teppismo ideologico. Quando la sinistra resta senza argomenti, tira fuori i bastoni. Quando perde il controllo del racconto, risponde con la violenza. È questo il vero volto del cosiddetto “antifascismo”: intollerante, aggressivo, vigliacco. Ma la nostra identità non si piega, e le nostre idee sono più forti delle loro spranghe. Se pensano di fermare la remigrazione a colpi di bastone, hanno proprio sbagliato bersaglio».
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