L’OMICIDIO
Biggiogero: «Sono pentito»
Sabato 18 febbraio l’udienza di convalida dell’arresto del parricida che si dice «dispiaciuto»

«Sono pentito, mi dispiace per quello che ho fatto...».
Così ha detto il testimone chiave nel processo sulla morte di Giuseppe Uva, Alberto Biggiogero che mercoledì 15 febbraio ha ucciso, accoltellandolo, suo padre al culmine di una lite, a Varese.
Il quarantaduenne, che domani, sabato 18 febbraio, sarà davanti al Gip per l’udienza di convalida, ha incontrato in carcere il suo difensore, l’avvocato Stefano Bruno.
«E’ molto provato per l’accaduto - ha spiegato l’avvocato - e in questo momento difficile i suoi famigliari non lo hanno abbandonato. Biggiogero per anni ha vissuto una situazione complicata - ha sottolineato - e anche suo fratello ha affermato che non è colpa sua, che anche lui è una vittima».
Il nome di Alberto Biggiogero è legato al caso Uva, l’uomo deceduto in ospedale nel giugno del 2008 dopo aver trascorso parte della notte nella caserma dei carabinieri a Varese.
Quella notte entrambi furono bloccati dai carabinieri mentre spostavano alcune transenne in via Dandolo, e portati in caserma.
L’udienza di convalida dell’arresto di Biggiogero è prevista per le ore 9.30: il pm Flavio Ricci ha chiesto al gip la misura della custodia cautelare in carcere. Biggiogero, detenuto nel carcere dei Miogni di Varese, deve rispondere di omicidio volontario aggravato dal legame parentale e dai futili motivi.
Servizio sulla Prealpina di sabato 18 febbraio.
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