MODERNO SCHINDLER
Da Kabul a Buguggiate: «Così ho salvato 29 persone»
Il racconto del manager Roberto Baratelli
Salvare 29 ragazzi afghani da morte certa, perché i talebani stanno dando la caccia agli appassionati di sport e in particolare alle donne che si sono “macchiate” di questa passione considerata solo maschile. È la vittoria più grande, un’impresa incredibile, quella compiuta da un manager varesino di 53 anni, Roberto Baratelli, un moderno “Schindler del lago di Varese” che comprensibilmente ha la voce rotta dalla commozione quando racconta quello che è accaduto. Come se ancora non ci credesse fino in fondo. Invece stanno bene, sono sani e salvi i suoi amici, giovani, genitori, ragazze e ragazzi con la passione dello sci, incontrati l’anno scorso durante un viaggio-avventura sulle montagne dell’Afghanistan. Ed entrati nel mirino degli estremisti islamici negli ultimi mesi proprio per la pratica sportiva, considerata troppo occidentale e promiscua. Grazie all’interessamento del varesino e di tanti altri attivisti internazionali, giornalisti e rappresentanti delle istituzioni, il gruppo di atleti è riuscito a raggiungere l’aeroporto di Kabul, a prendere un volo e ad approdare a Fiumicino ieri pomeriggio.
«Ora dovranno restare in quarantena, poi dovranno affrontare tutte le pratiche per chiedere lo status di rifugiati politici, ma in quella fase potranno dichiarare di avere degli amici pronti ad ospitarli a Buguggiate - racconta il protagonista -. Li aspettiamo qui fra qualche settimana: non vediamo l’ora di abbracciarli. Hanno uno stato d’animo ambivalente: sono gioiosi per essersi salvati, ma dentro hanno un dolore immenso per aver dovuto lasciare tutto: case, averi, parenti e amici».
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